di Umberto
Nottetempo il casellante di un passaggio a livello notò un individuo, con un voluminoso sacco sulle spalle, camminare su uno stradello a ridosso dei binari, per non farsi riconoscere da qualcuno ove fosse passato sulla strada principale. Fece luce con la lanterna e si accorse che nel sacco c’era qualcosa che si muoveva: si trattava di galline. Il casellante chiese di chi fossero. Il presunto ladro cominciò a farfugliare dando una versione che non stava né in cielo né in terra. Poi, una volta messo alle strette, confessò di averle “prelevate” da un pollaio nella zona. Non fuggì e, rassegnato e quasi inebetito, piagnucolando fu testimone della chiamata alla caserma dei Carabinieri. Giunse una camionetta con due Carabinieri che caricarono il malcapitato e il sacco con dentro i “corpi” del reato. Ritornati in caserma aprirono il sacco ma furono in grado di fare solo un provvisorio e approssimativo inventario, dato che i polli cominciavano a essere parecchio agitati e stavano lì lì per uscirne fuori. Il maresciallo rovesciò il sacco nel cortile dietro la caserma, dotato di un muro molto alto, interrogò l’autore del reato cominciando a stilare il verbale. Man mano che il ladro confessava venivano a galla i particolari. Il furfante era un contadino, un povero disgraziato, con famiglia numerosa, il quale nei giorni seguenti sarebbe dovuto procedere alla mietitura e alla trebbiatura e, non avendo nulla da offrire ai vicini che avrebbero prestato la loro scambievole opera, pensò bene di rubare le galline a un “possidente” della zona (il tale era così chiamato in quanto proprietario e coltivatore diretto del fondo), che non pativa certamente la fame. Ormai si era fatto tardi, i Carabinieri misero una mano sulla spalla del ladruncolo e lo lasciarono libero di fare ritorno alla sua casa. Il giorno dopo convocarono il proprietario il quale, come entrò nel cortile, fu riconosciuto dalle galline che cominciarono a fargli le feste svolazzando di qua e di là, sfruttando anche tutto il loro potenziale in altezza. I Carabinieri penarono non poco a rimettere le galline nel sacco, operazione ovviamente più difficoltosa rispetto allo svuotamento effettuato la notte precedente. Consegnarono il sacco con il contenuto al padrone il quale, avendo compreso che il furto era dovuto alla miseria nera (nda: si era nell’immediato dopoguerra), lasciò il sacco con tutte le galline al ladro, pregando i Carabinieri di non procedere oltre.