Al M5S non basta un banchetto,
serve ben altro per informare e far partecipare
Con coloro i quali mi seguono, come vedo dal tenore delle visualizzazioni della mia pagina, volevo anzitutto scusarmi per le reazioni che ho avuto di fronte agli attacchi personali ricevuti anche da parte di coloro che si definiscono “grillini”. Voi siete stati e siete il motore che mi spinge a portare ancora avanti i principi e i valori in cui credo. Detto questo, mi preme fare un paio di brevi considerazioni sulla situazione odierna post-voto. Il partito del Salvacasta ha raggiunto in percentuale il partito degli astenuti, se così possiamo definirlo. Se è vero che il M5S e il partito degli astenuti condividono il medesimo “motivo ispiratore” che è l’antipolitica, è doveroso chiedersi perché il consenso si sia mosso in una direzione piuttosto che in un’altra. Se è vero infatti che molti che non ci conoscono bene come M5S e non ci hanno accordato fiducia, è altrettanto vero che altri ce l’hanno tolta. Questa considerazione sulla nostra perdita di consenso, perdita sicuramente grave, merita qualche riflessione aggiuntiva. Probabilmente la colpa è stata voler sembrare tanto diversi dai partiti, ma poi nei fatti mostrarsi come gli altri. Voler “metter tanto la faccia” al banchetto o sotto l’insegna dispensando verità e porgendo volantini, ma poi non allestire reali strumenti idonei per informare e far partecipare realmente il cittadino; parlare tanto di democrazia partecipativa, di non far rimanere nessuno indietro, ma poi non allestire mezzi adeguati che consentano a tutti di partecipare. Il popolo italiano non è in grado di autogestirsi, non ha voglia di perder tempo con un nuovo partito che lo strumentalizzi nuovamente. Con la conseguenza che non andrà nuovamente a votare. A tal proposito, e a titolo esemplificativo, mi sembra utile parlare della regione Sardegna. Regione in cui il M5S ha ottenuto il maggior consenso in queste ultime Elezioni Europee: si è passati dal 28% delle Politiche al 30% delle Europee. Probabilmente, in questa Regione si è percepita più forte la praticabilità del sogno, della democrazia partecipativa, forse si sono “mostrate meno facce ai banchetti, si sono avute meno certificazioni di gruppi chiusi” a favore di una reale e maggior partecipazione nei fatti di chi rimaneva indietro. Decisamente possibile. Sulla stessa falsariga di un iscritto di Macerata, che mentre si approntava il famoso banchetto, disse: “io darò il massimo per far partecipare e informare la gente, anche se non apparirò al banchetto in quanto iscritto precedentemente nel listino dei protesti e quindi quel metterci la faccia poco mi sembra funzionale alla causa”: un vero Grillino, non c’è che dire; solo a ripensarci mi emoziono. Quindi, è bene guardare dritto negli occhi la realtà: perdiamo consenso quando ci comportiamo da vecchi partiti, talvolta qualcuno, non so quanto in buona fede, si comporta pure peggio! Siamo o non siamo un movimento di opinione che si batte per la giustizia, l’onestà e per non far rimanere nessun cittadino indietro? O vogliamo essere un neo-partito, dove anche gli infiltrati trovano terreno facile, rinforzando solo e in ultima analisi lo status quo? A Voi la risposta.
Marina Adele Pallotto