Vincenzo Lombardo: un autore, due libri

Un viaggio dalla Sicilia alle Marche

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Dalla Sicilia alle Marche passando per Roma. Un viaggio attraverso l’Italia che ha portato l’autore dei due libri, Vincenzo Lombardo, a conoscere due territori e due popolazioni tanto differenti fra loro. Scritti in modo scorrevole tratteggiano con efficacia la natura che si esprime nei paesaggi, nei paesini arroccati, nelle distese, nel profumo del mare e nei resti di antichi monumenti. Più complessa è la narrazione dei due popoli, che si basa su fatti reali e sulla interpretazione psicologica delle persone, nonché delle vicende sociali che le hanno condotte a ciò che sono state e che sono attualmente. Del libro intitolato “Aspettando l’addimuru” ci ha naturalmente incuriosito questo termine perfetto sconosciuto: addimuru; che, però, si è presto scoperto in un simpatico raccontino dove una certa “omertà”, questa volta nella migliore e più bonaria accezione del termine, rende complici le persone. L’addimuru non esiste nella realtà oggettiva, è una parola che deriva da un verbo, “addimurari” che significa intrattenere per far vincenzo lombardo perdere tempo. Sono i genitori che, quando hanno desiderio di restare un po’ in intimità senza essere disturbati, mandano i figli a comprare “quattro sordi d’addimuru” e il commerciante-amico compiacente trattiene i ragazzi in negozio, nell’attesa che arrivi il fornitore a consegnare questa merce della fantasia, appunto l’addimuru. Un po’ come quando dalle parti nostre, anni e anni fa, il barbiere burlone spediva i bambini, che erano in attesa di tagliarsi i capelli, dal droghiere di fronte a comprare tre etti di “musupistu”, e insieme con i clienti più anziani rideva divertito al loro ritorno a mani vuote, per la riuscita del vecchio e innocente scherzetto. I racconti, che tracciano storie e personaggi, sono interrotti da intense poesie, scritte in lingua e in dialetto. Bella questa quartina che racchiude il sentimento dell’autore al suo ritorno al paese natìo:

 

Arrivari a la me casa

e sintirimi straniu!

Chistu è chiddu chi succedi a mia,

quanno vaiu a lu me paisi.

 

Amore e nostalgia per una terra generosa, ma anche attaccamento alla sua nuova patria, le Marche, territorialmente più intime, più raccolte, fatte di dolci saliscendi collinari. E’ San Severino la cittadina dove le vicende della vita, sentimentali, hanno condotto Vincenzo Lombardo e qui, preso da vicissitudini agricole, entra in contatto con la realtà della nostra campagna, dei nostri contadini, di una riservatezza che, se a prima vista può sembrare rude, in effetti è fatta di delicata intimità. In “Una zappata nelle Marche” l’autore analizza, passando per esperienza diretta, ogni singolo incontro, traccia profili psicologici, racconta del suo legame affettivo con alcune delle persone conosciute, legame intessuto da buon affetto per averne compreso a fondo i sentimenti. Su ambo i testi c’è, soffuso, l’amore per la sua donna che traspare in ogni pagina, a volte presente più che mai. Struggente. E’ per lei che è giunto nelle Marche, a San Severino, è grazie a lei che ha vissuto queste esperienze, è per lei che, in fondo, ha voluto pubblicare questi due volumetti, corredati da belle immagini.

Fernando Pallocchini

 

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