Notizie vere, curiose e divertenti tratte da
“Dicerie popolari marchigiane”
di Claudio Principi
Tra i tipografi, gli editori e gli altri operatori del libro, è ben noto che per quanta cura e attenzione maniacale ci si metta nel correggere le bozze di stampa, quasi sempre, si deve registrare il refuso, magari uno solo. Il curioso è che non appena il nuovo libro, ancora fresco d’inchiostro, viene preso in mano e aperto a caso il refuso salta immediatamente agli occhi, per la disperazione degli addetti ai lavori che si sentono beffati. Uno degli episodi più clamorosi e più recenti riguarda il nostro San Nicola da Tolentino, sul quale venne pubblicato un libro negli anni ‘60 a cura del Centro Studi Agostino Trapè. Il volume trattava del processo di canonizzazione e la sua stampa venne affidata a una casa editrice della capitale che andava per la maggiore. Ebbene, si racconta che quando il bello e impegnativo volume venne presentato a Roma, il responsabile di quel Centro Studi in persona, preso un volume dalla pila preparata sul tavolo della presidenza del Convegno, andò ad offrirlo al Generale dell’Ordine agostiniano. Nell’offrirglielo lo aprì a caso e lo sguardo gli cadde proprio sul titolo di un capitolo che recitava:
Il culo di San Nicola
anziché “Il culto di San Nicola”! Il malcapitato presentatore sbatté le palpebre, rilesse e chiuse di scatto il libro. Subito, scusandosi con il Generale e poi con tutti i presenti, diede ordine di ritirare immediatamente tutte le copie del volume e di procedere alla sua ristampa.
(Ndr: un episodio molto simile è capitato pochi giorni fa a Macerata, quando leggendo il periodico comunale “Macerata, notizie in comune”, una pagina titolava: “Per i cinquant’ani dello Sferisterio l’opera è donna”. Per San Nicola uno solamente, per lo Sferisterio ben 50!)