di Raffaella D’Adderio
I governanti non si sono ancora messi d’accordo su chi e come verrà “rimpastato” e chi escluso. Il governo Letta sta per andare a male come lo yogurt e c’è chi parla di rimpasto e chi lo nega (più che altro a livello terminologico). Roulette russa per la Bonino (Esteri), la Cancellieri (Giustizia), Giovannini (Lavoro e Politiche Sociali), Zanonato (Sviluppo Economico) e qualche altro. Quindi, a cosa serve andare a votare se si sta già scegliendo dall’interno la nuova formazione di governo? Sono ore calde per decisioni importanti e l’unica cosa che conti davvero è rimettere ogni elemento al proprio posto così come desiderano i “pupari”. E’ loro premura che questo accada prima che ci siano nuove elezioni. Il voto sarebbe comunque vincolato a una legge elettorale che non lascerebbe margini di scelta, ma meglio prendere precauzioni per non correre alcun rischio. Nel frattempo, tra gli ingredienti del pasticcio nazionale ricompaiono i ministri che furono beffardamente trombati con la nascita del governo Letta. Un redivivo tra tanti il bel Pierferdi Casini che ha aspettato il suo momento standosene buono in un angolino. Dopo tutto, l’ha detto anche Renzi che né la Democrazia Cristiana né il vecchio e nuovo centro (o Grande Centro come lo chiamava il Casini parodiato) esistono più; perciò tanto vale schierarsi nuovamente con chi si era partiti. Era stato anche detto “Mai più governo delle larghe intese”, presto ne avremo un altro “delle vecchie intese” e con nuovi intenditori dagli antichi pensieri. Ma chi non rabbrividisce nel trovarsi davanti zombie che ritornano a riproporre vecchie idee e vergognose boutade? Chi non è stanco di esser tratto in inganno da escamotage giuridici che danno una parvenza di legalità ma riportano in vita ibridi incostituzionali? Profetico fu Pasolini: “L’Italia è un paese dove i vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo”.