Architetture non terrestri

Un libro scritto da Ferlenga e Cipriani

Edito da Edizioni Simple

 

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“Architetture non terrestri”, un titolo, per un libro, che stimola la curiosità: quali costruzioni non sono opera nostra? Chi le ha realizzate? Ma andiamo con ordine e, prima, cerchiamo di conoscere gli autori, due architetti.

 

Giuseppe Ferlenga

Architetto, esperto di livello internazionale di scienza gnomonica (disciplina con apporti da matematica, geometria e astronomia); progettista di strutture sperimentali complesse e ricercatore di ufologia e paleoastronautica; ha già pubblicato nel 1998 “I misteri del cielo”; convegnista, nel 2008 fonda un gruppo di ricerca che porterà alla pubblicazione del libro “Cronache Ufo, qualcosa sta accadendo”.

 

Silvia Cipriani

Laureata in architettura, specializzata in restauro e conservazione del patrimonio storico-architettonico con studi specifici sullo sviluppo delle espressioni artistiche, delle concettualità storico-umanistiche e analisi della struttura espressiva del linguaggio raffrontata a testi filosofico-scientifici. Maestra di coro, si è avvicinata alla paleo astronautica e dal 2008 è Revisore scientifico per Ufonetwork e per Cronache Ufo.

 

Il libro

E’ un volume di 400 pagine bene illustrato per la migliore comprensione del testo, visti i particolari spesso tecnici che lo arricchiscono. Si parte dall’antico Egitto, dalla terra dei Faraoni e dai reperti che costoro ci hanno lasciato: le piramidi. Gli autori, in base a congetture e raffronti tecnici, pongono il fondato dubbio che le piramidi più antiche siano gli “originali” non realizzate dagli uomini in quanto strutturalmente avanzatissime, mentre quelle costruite in epoche relativamente più recenti sono solamente le “brutte copie” delle prime, prova ne sia anche il loro deterioramento rispetto a quelle più antiche, oltre la progettazione e la tecnica costruttiva. Lasciamo alla curiosità dei lettori intuire i segreti ancora rimasti.

 

Un balzo indietro nel tempo

Dalle piramidi, nel testo, si passa ad analizzare i disegni rupestri che, visti sotto una ottica diversa da quella puramente descrittiva, fanno scoprire messaggi impensabili che, assolutamente, non possono essere stati lasciati dal primitivo “Homo sapiens”, tantomeno dai neandertaliani. Atomi, raggi cosmici deleteri, schermature… tutto inciso su pietra, un modo elementare di comunicare questioni complesse. Quindi, ancora di più la testimonianza o l’insegnamento che “qualcuno”, evolutissimo rispetto a quel periodo storico, ha voluto lasciare.

 

Protezioni dai raggi solari?

Esseri extraterrestri che temevano la luce del sole, tanto da realizzare strutture, fisse e mobili, schermate a loro protezione con i materiali che il pianeta ha messo a loro disposizione. E qui gli autori del libro spiegano minuziosamente quali materiali naturali vengono usati e la funzione che questi hanno. Tutto in base ad antiche scritture e alla interpretazione di queste che ne viene data, supportata da elementi scientifici. Con l’oro a farla da padrone, tanto da rendere “lucenti di luce propria” questi esseri davanti agli occhi dei primitivi terrestri: degli Dei.

 

Potrebbe sembrare una storia, se…

Tutto fino ad arrivare al Cristo, alla Natività, ai Re Magi, alla storia di Gilgamesch che, alla ricerca della perduta immortalità, trova una base spaziale dove si appropria di una astronave che non saprà usare. Un libro che, a prima vista, ci potrebbe sembrare una storia, se non fosse che anche noi, dopo attente ricerche, abbiamo pubblicato su queste pagine documenti redatti in lingua sanscrita, risalenti a migliaia di anni fa, dai quali si evince che questo pianeta ha ospitato evolute forme di vita in grado di viaggiare con astronavi, i Vimana. La lettura di “Architetture non terrestri”, se pure ce ne fosse stato bisogno, ci ha fornito ulteriori dati e certezze.

Fernando Pallocchini

 

 

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