di Medardo Arduino
A margine di quanto avete letto qui accanto vi propongo quel che segue… riordinando le foto ho colto un sembiante strano nella figura scolpita del Cristo Pantocratore esiliato lassù, sul campanile del duomo di Treia. E’ una immagine un poco sgranata in quanto esasperatamente ingrandita (foto 3), con forte aberrazione prospettica e leggermente mossa: è stata scattata dal basso con un obbiettivo da 200 e senza l’appoggio sicuro di un cavalletto. E’ un volto particolare, abbastanza distante dall’iconografia greca, romea e poi centro italiana. E’ una scultura del volto di Cristo, che ha, secondo me, e per questo ve la propongo, una lontana (forse neppure molto lontana) relazione con una immagine (foto 4) ben conosciuta… Nel Fermano qualcuno sostiene, non ascoltato, che la “Casula” di Thomas Bekett, conservata al museo Diocesano di Fermo, fosse il “mandylion” che custodiva, ripiegata in 16 parti, la Santa Sindone. In un Cristo risorto (foto 5), scolpito su un capitello del VII sec, di chiesa marchigiana, guardando sul lato sinistro della fronte, quasi in centro, si vede il “ricciolo di sangue” sgorgato da una delle ferite della corona di spine, quella che compare, appunto, sul volto sindonico. Un caso?