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tratte da “Dicerie popolari marchigiane”

di Claudio Principi

 testamento

 

Un testamento burlesco

Si ricorda ancora tra i contadini un certo ‘Ngricca, un burlone vissuto tra Ottocento e Novecento. ‘Ngricca è voce del verbo ‘ngriccà’ che significa: attivare una molla o predisporre un’arma da fuoco allo sparo. Questo nomignolo gli era stato rcacciàto (appioppato) a voce di popolo quando, durante una scartocciata (spoglio della pannocchia di granturco) cantò liberamente questa quartina, di cui si disse fosse lui stesso l’autore:

 

“Mi’ mamma me l’ha fatta la pistola

per gghjicurà’ le donne tra la fava:

quanno vede le vèlle, ‘ngricca e spara;

quanno vede le vrutte, se rendana!”

 

(Mia mamma me l’ha fatta la pistola / per aver cura delle donne tra la fava: / quando vede le belle carica e spara; / quando vede le brutte si rintana!). Come si può immaginare questi versi birbaccioni ebbero uno strepitoso successo e da quel dì entrarono a far parte del comune patrimonio canoro della nostra gente. Pare che questo leggendario ‘Ngricca, grazie alle sue continue fatiche e alla condotta accorta dei suoi affari, pervenisse verso la vecchiaia a un qualche benessere. E si dice che, contrariamente a quanto praticato dai vecchi vergari di un tempo, egli volle godersi i suoi beni durante gli ultimi anni della sua vita. I figli, naturalmente, si lamentarono per questa sua dissipatezza ma lui non se ne diede per inteso e li burlava con quest’altra quartina che, in qualche modo, si ricollega a quella che lo rese famoso in gioventù:

 

“Se mmòro sinza parola

ve lasso ‘sta pistola;

se vve peso su le spalle

ve lasso anghi le palle!”

 

(Se muoio senza parola / vi lascio questa pistola; / se sono di peso sulle vostre spalle / vi lascio anche le palle!). Anche questo testamento di ‘Ngricca è rimasto nella memoria popolare e viene citato spesso, a proposito e a sproposito. Ma circa i testamenti disastrosamente deludenti o punitivi, per gli eredi, è da ricordare il motto proverbiale che recita, con riferimento al testatore: “No’ ha lassàto mango la cénnara de lu camì’!” (Non ha lasciato manco la cenere del camino) evidentemente perché il defunto ha consumato completamente il suo patrimonio. Oppure anche: “S’ha rmagnato pure lu quàju!” (Si è rimangiato pure il caglio). E per quanto riguarda i parenti diseredati, questi potevano magari venire commiserati con la frase consueta: “Non gna lassàto mango ll’occhj per piagne!” (Non ha lasciato loro manco gli occhi per piangere!).

 

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