I primi novant’anni a Catignano

di Lamberto Piermattei

lamberto-piermattei-caricatura

 

Ho riunito quaggiù a Catignano

un gruppetto di amici e parenti;

m’hanno detto che sono contenti

di passare due orette con me.

 

Chi è venuto da un passo da casa,

chi è venuto da molto lontano;

c’è mia figlia che vive a Milano

e ha portato i due figli con sé;

 

sono Giacomo e Natalia,

certamente due bravi figlioli

che si ripiegano i tovaglioli

e che, da soli, si fanno il bidet.

 

Il loro padre non è nostrano

perché in Germania ebbe i natali;

siccome i babbi son tutti uguali

lor se lo tengono così com’è.

 

Abbiam portato con noi Maria

(i suoi ragazzi erano assenti)

però per noi eran tanto presenti

che ci pareva d’averceli lì;

 

Anna fa il medico in Allergia;

Fabrizio vive tra firme e contratti;

a volte sono talmente distratti

che pure i ruoli si sono scambiat.

 

Mariuccio Fabbri, maceratese,

vive a Belluno da magistrato;

Luisa un giorno se l’è sposato

e tre figlioli gli ha regalat.

 

Finché accadde, fu verso il ’60,

che la diga che sta a Longarone

seppellisse duemila persone

e il processo dovette istruir!

 

Poi che c’è? c’è l’amica Patricia,

inglesina da anni in Italia;

quando parla di rado si sbalja

perché è molto padrona di sé.

 

C’è Bellede che a Tolentino

quando è festa si mette in divisa,

va in caserma e, con aria decisa,

prende il posto di chi più non c’è.

 

Loredana, la figlia pediatra,

si preoccupa sera e mattina,

se i clienti la fanno verdina

e a trovare il rimedio… se c’è.

 

Al marito che fa l’architetto

ed è Franco nel nome e nel fare,

non gli piace né il ballo né il mare,

e pertanto lei deve abbozzar!

 

Anche loro, Paoletta e Luciano,

sono entrambi di Tolentino,

con la casa e il cane in giardino

passano il tempo a battibeccar:

 

lui rimpiange la vecchia Cartiera;

lei si commuove per la Gabrielli

dove una volta faceva i borselli

ma quelli più belli, da regalar.

 

Ave si chiama la mia cuginetta

che vie a Roma ma è tanto treiese

che le par d’essere a Porta Portese

quando passeggia di qua e di là.

 

L’ha portata quaggiù Paolo Lupi

che dei lupi non ha proprio niente,

è un artista che piace alla gente

per i quadri vivaci che fa.

 

Da Vissani di Montecassiano

son venuti Alfredo ed Ernesta;

rivederli è sempre una festa…

ma i fichi se li hanno scordat.

 

Bernabucci, cognome importante!

lui, Gianfranco, fa pure il regista,

fa il poeta, le foto e… il podista

per snellire la pancia che ci ha!

 

colleziona pistole, archibugi,

francobolli (mai stati leccati),

fa raccolta di vini pregiati

(gli extra-doc se li scola da sé).

 

Gabriella non fa quasi niente

‘ché al marito lei deve badare.

Va in cucina soltanto per fare

con la moka il suo scialbo caffè.

 

Paolo e Carla sono i fratelli

messi al mondo da mamma Silvana

e, protetti dall’ampia sottana,

per gran tempo rimasero lì.

 

Finché un giorno, per strada, Paoletto

incontrò una certa Katiuccia;

quando vide quant’era caruccia

la convinse a dirgli di sì.

 

Di Luciana è la firma che conta:

quando scrive di Macerata

la sua prosa è decisa e datata

ed espressa con giusto fervor.

 

C’è un’amica… soréma da sempre

che di nome si chiama Mirella;

se fa freddo si veste in flanella

(di flanella ha financo gli slips)!

 

Ha un difetto: è quasi invisibile

come l’araba (quella fenice):

che ci sia di sicuro, si dice;

dove sia, poi, nessuno lo sa.

 

S’ode a destra uno sbatter di piatti,

a sinistra un tinnìo di bicchieri…

ecco, arrivano i camerieri

e, pertanto, la devo piantar.

 

Ma voi state tranquilli che un giorno,

il trentuno di un luglio lontano,

perché no? proprio qui a Catignano

che c’è ancora potrà ritornar…

 

Brinderanno nei calici d’oro,

tempestati di perle e rubini;

ma purtroppo saranno pochini

chi i cent’anni potran festeggiar!

 

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