di Lucia Mosca
Giustizia povera, povera giustizia. Tra i mali del nostro Paese legati alla crisi, ora anche il rischio di vedere prescritti in via anticipata procedimenti penali in scadenza o legati a reati cosiddetti minori per carenza di organico. In parole povere, questo vuol dire che denunciare un furto, o una truffa, potrebbe risultare assolutamente inutile, in quanto alla denuncia non seguirebbe alcun processo. Conti in rosso per la giustizia marchigiana, quindi, e sempre minori possibilità per i cittadini di ottenere giustizia. Questi i fatti. Lo scorso mese di luglio il Presidente del Tribunale di Ancona ha convocato la riunione dei magistrati addetti alla sezione penale per discutere di come ovviare al problema delle limitate risorse umane. I giorni antecedenti la riunione era stata trasmessa al Procuratore della repubblica una bozza di protocollo in cui venivano individuate le priorità nella trattazione dei procedimenti penali monocratici, in modo tale da impiegare nella maniera migliore possibile magistrati e personale amministrativo, ritenuti in numero troppo esiguo per poter sostenere l’eccessiva mole dei procedimenti penali in essere. Nel corso della riunione il Presidente ha segnalato che la pendenza dei procedimenti penali è andata progressivamente crescendo negli ultimi cinque anni, per arrivare a un numero complessivo di 3.149 nel 2012. Rilevato quindi che la situazione è destinata ad aggravarsi per le gravi carenze del personale amministrativo e per la perdurante vacanza di un posto del giudice di settore penale, si è ritenuto indispensabile individuare categorie di procedimenti la cui trattazione deve essere provvisoriamente “accantonata”. Un provvedimento, questo, che in realtà dovrebbe avere carattere temporaneo e che dovrebbe riguardare solo ed esclusivamente il settore dibattimentale monocratico, ma che non può comunque non destare forti perplessità sull’andamento della nostra giustizia. Individuata quindi una serie di reati “minori” in relazione ai quali si è ritenuto possibile l’accantonamento (tra cui come dicevamo anche il furto), il Presidente del Tribunale ha chiesto ai colleghi di procedere secondo le linee guida stabilite, che chiaramente dovranno essere sottoposte a operazioni di verifica periodiche. In sostanza, si è dato il via all’accantonamento dei procedimenti prima dell’effettiva data di prescrizione e alla scelta delle udienze da non fissare per i reati ritenuti minori facenti parte dell’elenco stabilito dal Tribunale. Da anni si parlava della difficoltà delle toghe marchigiane a espletare in maniera fluida le proprie mansioni per le difficoltà derivate dall’andamento critico dei conti della giustizia. Già in passato si erano rilevate difficoltà nel pagare traduttori in aula e nel sostenere il costo delle intercettazioni. Ora siamo arrivati al punto in cui si scelgono i reati perseguibili e quelli “accantonabili”. Nelle aule di Tribunale campeggia a chiare lettere la dicitura: “La giustizia è uguale per tutti”. Forse, più che i reati, dovremmo rassegnarci ad accantonare il concetto di una giustizia giusta.