di Eliana Montebello
Non tu,
non io
fantastichiamo ancora,
né più vaneggiamo
con la mente,
anche se la bellezza
ci abbaglia
nel primo e lento
baluginare
dei nostri sogni.
Accasciati nel deserto del dolore
“come quei cani che si abbiosciano
sotto il castigo”
non imbastiamo più
asole di speranza,
tarpati dalla paura dei pretesti,
assuefatti all’acaro sillabario,
che infervora una logorrea abissale,
attirati dai vezzi
di un baratro adusto.