Mohenjo-Daro

Esplosioni atomiche migliaia di anni fa

mohenjodaro

 

Questi versi, antichissimi, risalenti a 8.500 anni fa, sono tratti dal Mahabharata, un testo scritto in sanscrito:

“… un unico proiettile / carico di tutta la potenza dell’Universo / una colonna incandescente di fuoco e fiamme / luminosa come mille soli / salì in tutto il suo splendore / una esplosione verticale / con nuvole di fumo fluttuanti / la nuvola di fumo / innalzandosi dopo la prima esplosione / si aprì in onde circolari / come l’apertura di ombrelloni giganti / era un’arma sconosciuta / un fulmine di ferro / un gigantesco messaggero di morte / che ridusse in cenere / l’intera razza dei Vrishni e Andhaka / i cadaveri erano così bruciati / da essere irriconoscibili / i capelli e le unghie caddero / le ceramiche si ruppero senza causa apparente / e gli uccelli diventarono bianchi / dopo poche ore / tutti i prodotti alimentari erano contaminati / per uscire da quel fuoco / i soldati si gettarono nei torrenti / per lavare se stessi e le loro attrezzature”.

mohenjodaro-scheletriImpressionante vero? La descrizione di tutti gli effetti porta a una sola conclusione: una esplosione atomica… simile a quelle di Hiroshima e Nagasaki ma avvenuta migliaia di anni prima. Non basta. In un altro testo vedico, il Ramayana, si narra di un rishi, un sapiente, che è adirato contro gli abitanti della città di Lanka (poi esperti archeologi inglesi la individueranno in Mohenjo-Daro nel Pakistan odierno) per cui dà loro un preavviso di 7 giorni, scaduto il quale scatenerà sulla città una calamità che cadrà come fuoco dal cielo. Gli scavi condotti nel 1978 hanno mostrato una città le cui mura di pietra e di mattoni sono letteralmente fuse, lungo le strade scheletri integri e radioattivi al pari di quelli di Hiroshima e Nagasaki.

 

Armi micidiali

Il fatto che Mohenjo-Daro non sia la sola ad aver subito tale devastazione ma città vetrificate si trovano anche in India, in Irlanda, in Scozia, in Francia, in Turchia e altrove ci riporta al discorso che abbiamo fatto nei numeri precedenti de La rucola, e cioè: migliaia di anni fa c’era sul nostro pianeta chi disponeva di sofisticati velivoli e di armi micidiali. Dei velivoli, tra cui vere e proprie astronavi galattiche, abbiamo già detto. Accenniamo ora alla descrizione, sempre estratta dalle traduzioni di antichissimi testi vedici, di alcuni tipi di arma.

Arco di Gandiva – scaglia frecce che inseguono il nemico e quando colpiscono generano un fuoco che incenerisce tutto (missili a puntamento termico);

Bhucundi – lancia folgori contro i nemici;

Suradtsana – disco simile al sole, incenerisce l’esercito;

La verga di Kala – uccide a distanza;

Vayavya astra – genera turbini di vento;

Murchchdhana – annulla per un po’ le sensazioni;

Shabdaveditva – freccia che insegue i suoni (missile intelligente sensibile alle vibrazioni);

Tvashtar – devastante, l’arma più terribile mai realizzata, la cosiddetta “arma del caos” simile alla bomba atomica. Eccone una traduzione testuale sui mohenjo-daro-statua-1suoi effetti: Aswatthaman scagliò una colonna esplosiva che si aprì in tutte le direzioni e provocò una luce brillante, come il fuoco senza fumo, cui succedette una pioggia di scintille che circondò completamente l’esercito dei Parhta, i 4 punti cardinali per un raggio che lo sguardo non poteva abbracciare furono coperti di buio, un vento violento e cattivo cominciò a soffiare, né il sole stesso diede più calore. Colpiti e bruciati i guerrieri caddero come alberi abbattuti da un fuoco furioso, grandi elefanti scorticati dalla vampata si misero a correre intorno, lanciando urla di terrore, l’aria e l’acqua erano avvelenate. Coloro che sopravvissero morirono poco dopo: la loro pelle cominciò a ingiallire, i capelli e le unghie a cadere.

 

La considerazione

mohenjo-daro-statua-2Premesso che a Mohenjo-Daro sono state rinvenute armi primitive, quali lance e spade, e analizzato quanto pubblicato finora, è evidente che sul pianeta c’erano due civiltà diverse fra loro: una preesistente, comunque primitiva pur essendo abbastanza evoluta da saper costruire città razionali, servite da fogne e condotte che portavano l’acqua in tutte le case, queste fornite di servizi igienici, ma provvista di armi semplici, e un’altra meno numerosa ma tecnologicamente evolutissima: colonizzatori extraterrestri? In foto, sotto, statuette rinvenute a Mohenjo-Daro…

Fernando Pallocchini

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