Il frattazzo e la cazzuola

di Medardo Arduino

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Cazzuola e frattazzo sono due attrezzi del muratore che molti conoscono ma, forse, non tutti sanno esattamente a che servono e come si usano e proprio per questo chi non è del mestiere e vuole usare questi vocaboli s’informa. Questo a significare che le parole non devono essere confuse fra loro, che il loro significato non deve essere travisato né scambiato con un altro che non ne è il sinonimo, pur facendo parte dello stesso ambiente o contesto, proprio come la cazzuola e il frattazzo.

 

Cappella e palazzo

La parola “cappella” è un termine preciso, spesso usato a sproposito, che ricorda una forma tondeggiante in pianta, con l’estremità superiore semisferica o quasi, per cui è la forma architettonica prima, e la funzione poi, a definire il significato di questa parola. Sugli “annales” con riferimento ad Aquisgrana ho trovato molte menzioni del “palazzo” negli anni dal 798 in poi e questo palazzo nel significato materiale del termine non può essere scambiato con una cappella, le funzioni sono talmente diverse che la struttura dell’uno non è coerente con le funzioni dell’altra. Non penso che i cronisti e gli amanuensi fossero degli ignoranti da confondere i due termini, anche perché se così fosse non si dovrebbe dar loro retta per tutti gli avvenimenti “storici” che narrano. Io credo che chi scrisse gli annales ed Eginardo, che scrisse la biografia dell’imperatore, conoscessero e sapessero usare bene le parole nel loro significato.

 

La frase

Sugli “annales” all’anno 829 ( pag 127) si legge:“Post exactam hiemen in ipso sancto quadragesimali ieunio paucis ante sanctum pascha diebus Aquisgrani terrae motus noctu facto ventusque tam vehemens coortus, ut non solum humiliores domos verum etiam ipsam sanctae Dei genitricis basilicam, quam capellam vocant, tegulis plumbeis tectam non modica denudaret parte”. L’edificio di culto oggetto dei danneggiamenti per il forte vento (un tornado dopo un terremoto?) dedicato alla Madre di Dio è un edificio di culto aperto al pubblico (basilica in latino è un edificio pubblico) e questa basilica è chiamata cappella, di certo per la sua forma tonda altri menti basterebbe basilica e il diligente redattore non dovrebbe fare la precisazione per distinguerla da altre basiliche della regione. C’è anche scritto che il tetto è fatto con tegole di piombo, per cui la cupola ha una struttura lignea (all’epoca non c’erano i fischer per fissare il piombo sulla pietra!), il che esclude la cappella palatina in pietra di Aachen che sopporta il peso di un lampadario di varie tonnellate e che nessuno dice sia stata rifatta o modificata. Ergo la cappella in oggetto non è quella di Aachen e si trova dove i terremoti sono di casa, non in Renania.

 

Carlo Magno sepolto in basilica

Eginardo in “Vita di Carlo Magno” scrive: “…si sparse in tutti la convinzione che in nessun luogo si poteva seppellirlo meglio che in quella basilica che egli stesso aveva costruito a sue spese in quella città”. Si capisce che non siamo in presenza di un edificio privato: non avrebbe usato il termine basilica, dopo tutto Eginardo sovrintendeva alle opere edili in Aquisgrana e non poteva fare confusione! e nemmeno avrebbe scritto “costruita a sue spese”, per cui si tratta di un edificio pubblico, non privato. Nella descrizione della sepoltura del sovrano egli non accenna a quel Palazzo, che doveva essere prossimo alla cappella se fosse stata quella della sepoltura, se no di che cappella palatina si potrebbe trattare? Il biografo parla invece di un edificio realizzato in un vicus e, scrivendo di basilica, questo edificio potrebbe essere anche a una certa distanza dal Palazzo reale, ma sempre nelle proprietà del sovrano, quel palazzo reale del quale ad Aachen non c’è traccia, perché secondo me non è mai esistito ad Aquis in Gallia perché si trova ancora oggi ad Aquisgrana in val di Chienti, ma non proprio vicinissimo alla basilica quam capellam vocant, quella della inumazione.

 

Ademaro de Chabannes

de-chabanne-cappellaQuella basilica pubblica chiamata cappella proprio perché costituita con un corpo circolare, chiuso da una cupola di forma tondeggiante e coperta di scandole di piombo; magari pure struttura dotata di un avancorpo fenestrato e due torrette loggiate, così come la disegnò (foto sotto) Ademaro de Chabannes. E… c’è. Tanto per non fare confusione fra frattazzo e cazzuola: fra cappella e palazzo…

 

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