di Giuliano Pietroni
(quinta puntata)
Organizzazione
“Dall’aprile 1995 – racconta Giuliano Pietroni – la mia avventura operativa di amministrazione e finanza si sposta in territorio kazako. In Inghilterra, a Reading, insieme con il collega della Bg che si sarebbe alternato con me durante i miei 28 giorni di riposo in Aksai, avevamo predisposto un sistema contabile in russo e doppia moneta (dollari e tenghe kazake) che avrebbe dovuto essere approvato dal governo kazako prima di entrare in funzione”. I computer del Keeig trasferiti in Aksai erano tutti stand alone e ogni dipendente Agip interfacciava solo con il suo collega Bg. La notte prima di partire per il periodo di riposo si preparava per il collega un report dettagliato dei lavori da portare avanti che veniva tassativamente rispettato. Il team operativo era formato da persone Agip e Bg per cui la convivenza lavorativa doveva essere in sintonia con i programmi di lavoro e nel rispetto delle procedure adottate all’unisono.
Le banche con i… pallottolieri!
Il primo compito di Pietroni e dei suoi collaboratori, dovendo il Keeig essere subito operativo per iniziare i lavori della messa in sicurezza del pozzo in blow out, fu la ricerca di una banca che permettesse di trasferire valuta estera dall’Occidente, per far fronte a fatture locali ed estere. Questo in quanto, con la chiusura del Keeig in Inghilterra, non c’era più alcun appoggio dalle sedi Agip e Bg. Un lavoratore abile in difficili attività di startup (Angola, Costa d’Avorio, Somalia), il responsabile contabile Porcu, effettuò una indagine preventiva sulle banche locali presenti in Aksai per verificare la loro competenza e adeguatezza finanziaria per gestire le nostre richieste sia estere che locali. “Alcuni consigli – fa presente Giuliano Pietroni – gli furono dati dalla banca che era utilizzata dalla compagnia kazaka ma l’impressione fu pessima. Oltretutto la diffidenza mostrata nei nostri confronti lo obbligò a rifiutare qualsiasi collaborazione!” Tentò su altre due banche (Narodnik Bank e Alem Bank) ma vedendo gli uffici in cui lavoravano e la diffidenza al colloquio rifiutò la visita. L’ultimo tentativo fu con la terza banca, la Turan Bank, privata, con sede ad Almaty e filiale a Uralsk, che invece fornì una ottima impressione, sia per la cordialità espressa che per le sue attrezzature informatiche: lavorava con i computer e non con i pallottolieri come le precedenti. “Il Direttore Nurumbaiev – continua Pietroni – aveva compreso il valore del nostro ingresso in banca, rendendosi disponibile a un incontro con me al mio arrivo ad Aksai”. La prima missione del nostro maceratese fu la visita alla banca per verificare se corrispondesse con una banca estera, quale fosse la sua affidabilità finanziaria verso l’estero e la trasferibilità di valuta estero per estero. Contatti e indagini lo convinsero a collaborare con loro.
continua