di Lucia Mosca
Salute, l’ultimo diktat del Ministro Beatrice Lorenzin: “Ticket, troppi esenti. Si deve cambiare”. La soluzione? Una bella sforbiciata. Ed ecco che cosa accade: le autorità sanitarie italiane, per la prima volta nella storia del Bel Paese, mettono in commercio due categorie di farmaci antitumorali, entrambi a pagamento, il cui accesso sarà possibile solo a chi è molto benestante. In sostanza, per chi non dispone di adeguate facoltà economiche, nessuna possibilità di accedere alla cura. E il gioco è presto fatto. Sarà questa la soluzione studiata dal nostro governo per ridurre numericamente gli esenti dal ticket… procedere per eliminazione fisica? Peccato che l’art. 32 della Costituzione Italiana riconosca il diritto alla salute a prescindere dalle condizioni socio-economiche di ogni singolo individuo. In compenso le telefonate dei nostri deputati ci costano circa 20 milioni di euro a legislatura. Assicurare loro chiamate illimitate ricade sulle tasche degli italiani, con un rimborso a forfait che compare nella busta paga di ogni eletto. Se entrambe le Camere stipulassero accordi con un gestore di telefonia, potrebbero spendere 2 milioni anziché 20 a legislatura. Ma che cosa importa. Tanto c’è sempre il modo di far rientrare gli sperperi tagliando sui diritti fondamentali della popolazione. Ma torniamo all’ultima trovata delle autorità sanitarie italiane, quella che riguarda i due farmaci antitumorali per soli ricchi. Si tratta del Pertuzumab (Roche) e dell’Afibercept (Sanofi-Aventis), autorizzati dall’Aifa (Agenzia italiana per il farmaco) e inseriti in fascia C, ovvero quella per cui la ricetta del medico è obbligatoria ma a totale carico del malato. I costi? Circa 6mila euro per le prime due somministrazioni di Roche e poi 3mila euro ogni 21 giorni; 4mila euro per l’Aventis ogni trre settimane. Entrambi i farmaci non sono mutuabili. Ed è presto polemica. Sulla vicenda interviene, tra gli altri, il nuovo coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato Cittadinanzattiva, Tonino Aceti, secondo il quale la norma Balduzzi “è una finta soluzione a un problema reale che è quello di velocizzare l’iter per l’immissione dei farmaci sul mercato”. Nel frattempo le associazioni italiane di oncologia medica si stanno muovendo per domandare al Ministro Lorenzin di intervenire sulla questione e di farlo nel minor tempo possibile. In buona sostanza ecco la solita stucchevole, amara e cruda verità: in Italia anche la malattia, come la giustizia, non è uguale per tutti. E se il popolo ha fame, possiamo sempre dargli… i pasticcini!