A cercar l’ali

di Giorgio Ranieri

 

Nel sole di Roma

città eterna

ti spinse lei alla gloria,

come l’ultimo Cesare apparso

a noi dal mondo nuovo

intrepido, impavido,

sprezzante del pericolo

nella lotta colpivi e danzavi

danzavi e colpivi,

colmavi solchi

dal destin tracciati

come un puzzle

che tradir non può

col pensier coerente

di libertà e onor.

Con la lealtà dei grandi

hai vinto e perso,

soffre pagando il corpo tuo

e la mente

ma al disonor non cede

colui che bevve amaro,

approva e acclama

dal vento disegnato nell’acqua,

poi scolpito tra le funi danzavi,

come una penna persa in volo

accoglie al suolo

immortal sembravi

e ancor tu vivi

ma uno sgarbato spirito

l’umana vanità

breve ti colpì,

aspro ti colpì

con scherno quasi le ali ti recise.

Non danzi più ora tremi, tremi

la statua che eri animi invano

a cercar vento.

Non per timor ancor tu tremi

ma all’ombra tua,

a cercar l’ali vai

che non v’è più…

 

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