il Direttore
Un lettore ci ha portato il “bugiardino” di un farmaco prodotto da una nota casa farmaceutica: un ansiolitico, che viene prescritto dai medici a chi soffre di depressione. Letto con attenzione il foglietto allegato alla confezione del medicinale abbiamo esclamato: “Ma quissi ce vòle curà’ o ce vòle fa’ sta’ pègghjo?” Ecco cosa può rischiare chi utilizza questo antidepressivo: gravi reazioni anafilattiche (violenta allergia), angioedema di lingua, glottide e laringe (si gonfiano) che porta a nausea, vomito e chiusura della gola, con ostruzione delle vie respiratorie che potrebbe essere fatale; il suo uso può condurre a dipendenza fisica e psichica; La sospensione, una volta che la dipendenza fisica si è sviluppata, sarà accompagnata da sintomi di astinenza quali: cefalea, dolori muscolari, ansia estrema, tensione, irrequietezza e confusione; nei casi più gravi si avranno: derealizzazione (dissociarsi dalla realtà), depersonalizzazione, iperacusia (anormale aumento dell’udito), intorpidimento e formicolio delle estremità, ipersensibilità alla luce, al rumore, al contatto fisico, allucinazioni o crisi epilettiche, depressione, insonnia, sudorazione, tinnito (ronzio nell’orecchio) persistente, movimenti involontari, parestesia (alterazione della sensibilità degli arti), crampi addominali, tremore, tachicardia, attacchi di panico, perdita della memoria a breve termine, ipertermia (forte aumento della temperatura corporea), visione doppia, capacità di guidare l’auto compromessa.
Domande: “Al nostro lettore il medico ha segnato il farmaco con estrema facilità: i medici lavorano per le case farmaceutiche o per la salute dei pazienti? Il Ministero della Salute, prima di autorizzare un farmaco, legge il bugiardino?” Questo per chi è depresso. E per chi ha il cancro?