Gianni Paletti su S. Filippo

La chiesa restaurata sul manifesto

per la Marguttiana 2013

opera-paletti

 

Ben due pregevoli pubblicazioni hanno accompagnato la riapertura della chiesa di San Filippo, rimessa finalmente a nuovo dopo il terremoto del 1997. Numerose foto corredano i due volumi patinati, con le immagini dell’interno e dell’esterno del complesso, riprese sia in bianco e nero che a colori, con molte di quest’ultime realizzate durante i lavori di restauro. Mancano ovviamente, in quanto non direttamente pertinenti, le riproduzioni dei quadri moderni relativi alla chiesa, vista dall’esterno, con l’infilata del corso a sinistra e con ai lati gli edifici che malamente la contornano. Sono stati però numerosi gli artisti locali tentati dalla bellezza del complesso, pronti a riprodurla con le tecniche più diverse, sulla tela o sulla carta. Ricordo tra gli altri Mainini, Ferrucci, Costantini, Iacomucci e Virgì Bonifazi, che in bianco e nero o a colori hanno riprodotto il capolavoro settecentesco del Contini, ognuno secondo il proprio stile. Ora, buon ultimo ma solo per motivi temporali, si segnala l’opera di Gianni Paletti, un pittore autodidatta ma di famiglia di artisti (il padre, fra l’altro, è stato autore di un dipinto su San Filippo), da anni presente nelle manifestazioni locali con tele che regolarmente spiccano nel gruppo dei partecipanti spesso alle prime armi. Infatti Paletti si avvale di una indubbia capacità tecnica che lo porta alla riproduzione iperrealista dell’immagine che sembra, a prima vista, il classico risultato dello scatto di un fotografo. Ma, come si sa, nella fotografia esistono foto di alto livello, considerate opere d’arte, e immagini da cartolina, nel senso più deteriore del termine, perché ordinarie, spesso sciatte, adatte solo a fare da veicolo ai comuni saluti postali. Ebbene, l’opera di Paletti può a ben diritto appartenere al primo gruppo, non solo per l’abilità tecnica già detta ma anche e soprattutto per l’ottima inquadratura, caratterizzata dall’inusuale taglio dell’immagine e dal senso della prospettiva, nonché dalla esatta riproduzione della luce che dà ai suoi paesaggi urbani, con l’assoluta assenza della presenza umana, una atmosfera irreale, come se la città si fosse improvvisamente fermata per un tocco magico. Lo stesso effetto straniante che si riscontra nelle opere di piccolo formato che ritraggono interni di abitazione, con chiari richiami alla pittura fiamminga del ‘600. Immagini, queste, dettagliate e minuziose delle stanze, con tutti gli oggetti di uso quotidiano al loro posto, perfettamente riprodotti ma senza alcuna presenza umana a movimentare la scena; come se qualcuno se ne fosse appena andato in punta di piedi per non disturbare il pittore che, dietro al cavalletto, con i pennelli in mano, attende di iniziare il suo lavoro. Viste queste premesse e considerato il soggetto da riprodurre, è molto bella l’immagine, presa a volo d’uccello, di San Filippo in primo piano con la cupoletta al centro e San Giovanni dirimpetto, e in fondo la periferia e, come quinte a chiudere la scena, le dolci colline e i Sibillini lontani, immersi nella nebbia. Questa immagine illustrerà il manifesto della prossima Marguttiana 2013 organizzata dalla locale Confcommercio. E’ un omaggio dell’Associazione e dell’artista a quanti hanno lavorato al compimento dell’opera, autorità civili e religiose, in primis il Vescovo Claudio Giuliodori, nell’anno del Signore 2012.

Siriano Evangelisti

 

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