Dall’albo murale di Vincenzo Morosi

I Proscritti (1978)

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Siamo in tanti in questa Italia, siamo in tanti in questa repubblica, siamo in tanti in questo regime, siamo in tanti in questo sistema a sentirci proscritti. Siamo tutti quelli – una valanga – che l’11 giugno 1978 votammo contro la illiberale legge Reale e contro l’immorale finanziamento dei partiti. Vediamo un po’ sul Dizionario Sandron, cosa significa “proscritto”? Significa “persona colpita da proscrizione”; “chi è condannato all’esilio”; “proscritti politici”. Ecco dunque che ci sentiamo esiliati, stranieri in patria, banditi dalla società, emarginati e reietti. Nonpertanto ci sentiamo più italiani di tutti. Noi proscritti non occupiamo le poltrone. Nessuno di noi è presidente della Cassa di Risparmio. Nessuno di noi è presidente degli Istituti di Cura e Ricovero. Non alcuno di noi è presidente dell’Ente Regione. Nemmeno là dove l’itala gente è migliore, per esempio a Montecavallo, a Sefro, a Gagliole, ad Acquacanina, a Fiordimonte, a Pievebovigliana non v’è un posticino di sindaco o di assessore per noi. Ci allontanano, ci respingono. Siamo gli esiliati in patria. Siamo i proscritti. Siamo gli esuli. Siamo i braccati. Siamo i perseguitati. Siamo le vittime del più brutale ed iniquo terrorismo di Stato. Però non siamo noi i vinti, anzi ci sentiamo vincitori. Vincitori noi monarchici, vincitori noi proletari. Vincitori noi delle Minoranze eroiche. Noi non siamo coinvolti nello scandalo Anas, nello scandalo Sir, nello scandalo Belice, Nello scandalo Sipra, nello scandalo Italcasse ed in cento altri putridi scandali. Siamo dunque fieri d’esser prescritti e d’essere soldati politici d’una esaltante battaglia di riscatto e di resurrezione nazionale. Viva il Re!

 

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