Il punto con Daniela Perroni

Fare la guida turistica nel maceratese

Le terre del tartufo

 

Nel corso dei miei viaggi in Africa Settentrionale, nel Vicino Oriente e anche in Europa, ma soprattutto in Egitto e in Turchia ho apprezzato molto la competenza delle guide turistiche professioniste. Che cosa succede nelle Marche ce lo racconta la maceratese Daniela Perroni…

 

La guida è una professione riconosciuta dallo Stato italiano con delega alle Regioni che legiferano in materia turistica (L. R. 9/2006). Ogni Regione decide se la guida ha competenza regionale, provinciale o locale, nelle Marche la competenza è provinciale. L’abilitazione avviene previo superamento di un esame che è organizzato ogni tre anni dalle varie Province. L’esame, molto selettivo, prevede una parte scritta in italiano e in lingua straniera, e una parte orale dove si certificano le competenze di storia dell’arte, linguistiche e sulla legislazione, comprendente anche i rapporti con i tour operator. Una volta acquisita l’abilitazione, si entra a far parte dell’industria del Turismo come libero professionista, a quel punto occorre ricavarsi la propria fetta di mercato, attuando una concorrenza leale verso i colleghi e rispettando il codice deontologico. Anche se il Turismo è considerato l’attività più importante del mondo, non è facile sopravvivere. La categoria delle guide turistiche è tutelata e rappresentata a livello nazionale dalla Angt (Associazione Nazionale Guide Turistiche) con sede a Roma e da Confesercenti/Federagit che ha sedi in molte città italiane. Nonostante l’Italia possieda il più grande patrimonio artistico e culturale mondiale, ha solo un Dipartimento del Turismo, manca una politica nazionale turistica, il mercato è frammentato, mancano investimenti importanti e un controllo adeguato per eliminare l’abusivismo. Prendiamo a esempio un pullman di turisti tedeschi (molto presenti in Italia e nelle Marche) con un programma organizzato dall’agenzia tedesca, durante le visite le spiegazioni sono a cura dell’accompagnatore tedesco (non autorizzato, né competente) il quale dà nozioni generiche. Il gruppo viene poi lasciato libero di accedere ai musei e di consumare i pasti. I non addetti ai lavori non sanno che ciò comporta una perdita economica per tutti gli operatori turistici: le guide non lavorano, spesso quei visitatori si arrangiano con panini, ecc. I turisti tedeschi non amano fare grandi acquisti né di souvenir, quindi la località, pur sembrando affollata, in realtà non ne beneficia come dovrebbe: i professionisti del turismo ne subiscono un grave danno economico. Se praticato con criterio, il turismo è un’industria a basso impatto ambientale e alto rendimento per la popolazione locale e per tutti, crea lavoro. Quando la cultura è valorizzata nei giusti modi, arricchisce lo spirito e il corpo e ci consente di conoscere e salvaguardare le nostre origini, come nel caso dei siti archeologici. Non diciamo che il maceratese ha pochi siti archeologici, li ha, ma non sono visitabili: mancano i fondi per avviare campagne di scavo e non è opportuno segnalarli per timore degli scavatori clandestini. Sì, l’investimento iniziale è grande ma poi rientra, basta vedere i milioni di turisti attirati ogni anno dagli ineguagliabili siti archeologici sparsi nei paesi che si affacciano sul mar Mediterraneo, culla delle nostre civiltà. Le bellezze italiane sono uniche: il nostro petrolio che non esaurirà a breve.

 

Daniela accompagna turisti da 16 anni e ha avuto il piacere di sentirsi dire: “La regione Marche è bellissima … la città di Macerata è molto bella…”. Piacciono molto il paesaggio e lo stile di vita, molto apprezzata è anche la tradizione enogastronomica. Essendo le Marche una regione poco promossa, i turisti arrivano senza avere immagini precostituite, pronti a scoprire le bellezze locali che alla fine apprezzano tantissimo. Secondo i dati di Daniela il maggior numero di visitatori nel 2012 è da Veneto, Lazio e Lombardia e, dall’estero, Francia e Canada.

Eno Santecchia

 

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