Consiglio comunale aperto
La crisi del centro storico cittadino è un fatto acclarato: desertificazione e negozi che chiudono in rapida sequenza. La classe politica che da decenni governa Macerata, al riguardo, ha fatto più danni che altro per cui, spinti dalle pressanti richieste di cittadini e commercianti, alcuni Consiglieri hanno chiesto e ottenuto un Consiglio comunale aperto, per ascoltare le proposte di Associazioni e singoli cittadini finalizzate alla rivitalizzazione del centro storico. In pratica, andando oltre, è una implicita presa d’atto della incapacità governativa nei riguardi della città.
Sala gremita, Sindaco assente
La Sala consiliare gremita di cittadini ha visto i Consiglieri al gran completo, unico assente il Sindaco, che ha ritenuto essere cosa più impellente e importante andare in giro a presentare la stagione lirica allo Sferisterio, pur avendo come sostituto, nella persona di Francesco Micheli, un efficientissimo Direttore artistico. Certamente i resoconti li leggerà al ritorno, è logico ma non è la stessa cosa. Come era facile prevedere è stata una ridda di proposte, uguali e contrarie, dettate a volte dal buonsenso, a volte da interessi personali ma tutte portate avanti con passione e con un unico denominatore: il bene di chi vive la città. Niente di estemporaneo (a parte l’intervento di Carlo Cambi, persona brillante che non ha bisogno di prepararsi prima) ma proposte ragionate insieme, da residenti e commercianti, in riunioni preparatorie.
Le proposte
Tante le proposte che sarebbe lungo elencarle tutte, alcune fattibili altre meno, ma concordanti su almeno due punti: la mancanza di residenti fissi (razza quasi estinta della quale sono rimasti pochi esemplari avanti con l’età) e il problema parcheggi/viabilità. Mentre sul ripopolamento… stanziale sono tutti d’accordo per una serie di positività (sicurezza, socialità, commercio) sul secondo punto i pareri sono discordi e il problema è sempre il solito: i residenti non vogliono auto, i commercianti invece sì. Due esigenze diverse. Non facili da accordare, a meno che non si creino parcheggi ad hoc, anche se qualcuno obietta che i parcheggi ci sono e sono sottoutilizzati. Ecco, sottoutilizzati: perché? Perché evidentemente, vuoi per i costi, vuoi per essere scomodi (posizione od orari), la gente non li frequenta più di tanto. Arrigo Antolini ha pensato al centro storico come un grande centro commerciale all’aperto mentre Silvano Iommi è andato all’origine del male, all’aver buttato via il progetto Longarini (la “Strada Nord”) che con la rosa di parcheggi prevista e facilmente fruibile avrebbe facilitato l’accesso al centro. Una curiosa richiesta, tipicamente alla democristiana, è quella di pedonalizzare corso Matteotti lasciando libero al transito la parallela via Gramsci, che ricalca la scelta fatta a suo tempo su piazza Mazzini: metà vietata, metà permessa (situazione sottolineata da Fabrizio Nascimbeni); il che fa capire come Macerata sia naturalmente predisposta alle mezze soluzioni, quelle che accontentano un poco e, fatto ancora importante, scontentano solo un poco.
Grande assente la politica
In qualche modo ognuno ha detto la sua, alla fine anche il Sindaco, via telefono, affermando che il centro storico non è morto anzi è vivo e vitale. Beh, contento lui… e, chissà perché, scontenti tutti gli altri. Lagnosi? Mah. Nessuno se n’è accorto, eppure in Consiglio comunale c’era una grande assenza: la Politica (la P maiuscola ci vuole!). Sì, perché le richieste piovute da tutte le parti sono quasi tutte amministrative (orari, divieti, rifacimenti…), hanno fatto politica, ma limitatamente all’argomento centro storico, i soli Antolini (centro commerciale) e Carlo Cambi (riattivare le botteghe artigiane in modo che giovani coppie possano viverci). Quindi la riunione ha evidenziato come a Macerata nessuno, da decenni a questa parte (dopo i 100mila di ciaffiana memoria), sia stato in grado di dare un preciso indirizzo politico alla città e, conseguentemente, Macerata è cresciuta con il solo ricordo di essere stata la capitale della Marca di Ancona. Ma non si vive di ricordi, di ricordi si muore per sfinimento. C’è in giro qualcuno che abbia il coraggio di spezzare le catene che vincolano la città? C’è qualcuno che abbia la capacità politica di individuare un percorso per Macerata? Eppure è semplice, basta analizzare ciò che la città è in grado di offrire, pensare di conseguenza e lavorare per raggiungere il fine. Parimenti occorre sciogliere i nodi vincolanti: clientelismo, convenienze politiche, comitati di affari… sono i vincoli pesantissimi del quieta non movere. Merce rara il coraggio ma senza di questo Macerata non potrà rinascere e risolvere i tanti problemi che la assillano.
F. Pallocchini