Protesta la Provincia per il
declassamento dell’Inail cittadina
Netta contrarietà all’eventuale decisione di “declassare” l’Inail di Macerata, che rischierebbe di perdere la posizione dirigenziale per ricadere sotto la sede di Ascoli.
L’ha espressa, nero su bianco, la Giunta provinciale in un documento in cui chiede ai vertici dell’Istituto di rivalutare l’ipotesi di riorganizzazione.
Nessun “campanilismo”: sono reali e oggettive le motivazioni alla base del dissenso dell’Amministrazione guidata dal presidente Antonio Pettinari, che invita la Regione e anche i parlamentari a mobilitarsi.
Sarebbe un paradosso, per cominciare, avere una sede “dipendente”, quella di Macerata, con un maggior carico di lavoro rispetto alla sede “principale”, dal momento che Ascoli ha un “portafoglio” al di sotto dei 2/3 di quello maceratese.
Macerata, inoltre, intesa come singola unità territoriale, prescindendo cioè dalle sedi dipendenti, è addirittura la più rilevante di tutta la regione come numero di lavorazioni, e anche sotto il profilo della consistenza immobiliare rappresenta un’assoluta eccellenza, tanto da essere stata individuata dalla direzione regionale Inail per l’apertura di un Centro per prestazioni di fisiokinesiterapia: ciò nonostante, sarebbe l’unica, tra quelle che insistono sulle province “storiche” delle Marche, ad essere declassata. Un declassamento che, come si fa rilevare nel documento, “comporterebbe la mancata presenza fissa in sede anche del dirigente medico di II livello e, almeno in prospettiva, un inevitabile indebolimento dell’intero organico, e che risulterebbe penalizzante nei confronti di un contesto produttivo che, nell’attuale momento di crisi, mantiene intatte le proprie assolute eccellenze e dimostra una capacità di tenuta superiore a quella di altri territori”.