Paolo Carignani, direttore d’orchestra

Globetrotter nei teatri più celebri

carignani

 

Esperto di musica verdiana e “globetrotter” nei teatri più celebri del panorama internazionale, il Maestro Paolo Carignani, di origini milanesi, è una eccellenza al quale le Marche hanno conferito nuovamente i natali nella località di San Ginesio, dove il Maestro ha una splendida casa cui fa ritorno appena può per riposarsi dalle tournée e ritrovare gli amici più cari.

 

Come si diventa direttori d’orchestra?

“La capacità principale sta nel persuadere chi deve affidarti un compito di tale responsabilità. Inoltre, dirigere vuol dire avere le qualità per risvegliare sensazioni grazie alle quali l’orchestra, i cantanti in scena e il pubblico ti seguano”.

 

Quale differenza tra lei e un regista di prosa?

“Il regista di prosa sta attento alla dizione, alla frase, ai movimenti degli attori; nell’opera lirica il vero regista è il direttore d’orchestra, qui il linguaggio è più legato alla musica che al testo. E’ la musica che detta i ritmi e le pause nell’interpretazione del cantante-attore”.

 

Cosa pretende dai cantanti che dirige?

“Sono molto intransigente sul fatto che la ragione interpretativa sia fondamentale per rendere la performance al meglio. Dico sempre ai cantanti che la loro voce non deve essere uno strumento fine a se stesso, ma un virtuosismo da indirizzare alla partitura e al servizio dell’autore dell’opera”.

 

La sua opera preferita?

“E’ sempre quella che dirigo. In quel preciso momento non esiste niente di più bello per me. E’ come quando si ama una donna e la poni al centro dell’universo. Con l’opera è la stessa cosa e se non ci metti questo amore, non convinci nessuno”.

 

Nell’intimità delle mura domestiche, quale musica le piace ascoltare?

“Jazz o musica brasiliana, l’unico musicista classico a cui concedo attenzione è Bach. La sua non è solo musica, ma si può leggere come un libro. Bach è un architetto, un religioso, un filosofo, è la prova della esistenza di Dio”.

 

Anche il suo talento è segno che qualcuno lassù ci sia.

“Non mi piace pensare che Dio esiste perché ha dato un talento a me e non a un altro. Preferisco sapere che Dio si palesi tramite certi geni assoluti come Bach”.

 

Dopo la pausa a San Ginesio, sappiamo che l’attende una tournée ricca di appuntamenti

“ll 24 giugno avrò la prima de Il Trovatore al Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera e, in seguito, sarò per la prima volta al Festival di Salisburgo, dove dirigerò la Netrebko e il grandissimo Placido Domingo in Giovanna D’Arco”.

Raffaella D’Adderio

 

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