di Raffaella D’Adderio
“Mia nonna ha sempre creduto che io fossi il chitarrista dei Pooh e io non me la sono sentita di deluderla lasciandoglielo credere. Quando mi chiedeva come mai non fossi in tournée a suonare, le rispondevo che ci eravamo fermati per un periodo a incidere un altro disco”. “Una volta, mentre ero all’estero, una bella ragazza svedese mi venne incontro sorridendo e abbracciandomi perché mi aveva scambiato per lo scrittore Paulo Coelho (in effetti la somiglianza è sorprendente!); non ce l’ho fatta a dirle la verità, quanta fatica avrei dovuto fare per spiegarle chi fossi e via dicendo? Così gliel’ho lasciato credere, scrivendole anche una dedica sul libro di Coelho con tanto di firma dello scrittore brasiliano”. Entrambe le frasi sono di Giorgio Faletti, che ha tenuto banco nel cortiletto di Palazzo Conventati di Macerata nel pomeriggio di venerdì 21 giugno, divertendo il pubblico accorso numeroso. L’artista, in serata, ha deliziato la platea dello Sferisterio con alcune sue performance canore. Ospite anche Venditti durante la prima serata del festival di Musicultura. Il noto cantante romano ha intramezzato i pezzi musicali con racconti di singolari vicende vissute durante la sua carriera d’artista. “Credo di essere stato l’unico cantautore della storia a beccarsi una condanna per il contenuto delle canzoni durante gli anni ’70. Nel ’74, mi esibii al Teatro dei Satiri di Roma e cantai la canzone A Cristo. Il verso incriminato è ammàzzate Gesù Crì quanto sei fico che mi valse una denuncia da un maresciallo delle Guardie di Pubblica Sicurezza presente in sala. Con la motivazione di vilipendio alla religione di Stato, fui processato e condannato a sei mesi con la condizionale. La parola “fico” fu considerata un’offesa, ma la canzone era scritta tutta in dialetto romanesco; infatti quell’aggettivo mi sembrò la cosa più alta e rispettosa da rivolgere a Gesù Cristo”. Il Maestro Vince Tempera: “Sono stato l’unico a riuscire nella titanica impresa di far cantare una canzone a Paolo Villaggio: quella per la colonna sonora del film Fantozzi di cui avevo curato le musiche”. Lillo del celebre duo comico ci ha raccontato, nei camerini, di come sia caduto facilmente nella trappola delle gaffes. “Un giorno incontrai il nostro fonico con la sua fidanzata. Era ingrassata di una ventina di chili dall’ultima volta in cui l’avevo vista e le dissi ingenuamente di aver notato il suo stato di gravidanza. Quando lei, giustamente contrariata, mi fece notare che così non era, le dissi: No, sai, te l’ho detto perché hai una bella pelle..!- Da quel momento in poi, ho capito che non bisogna mai cercare di recuperare una gaffe perché in seconda battuta si fa peggio”. Greg (l’altra metà del duo) ci racconta di uno degli ennesimi scherzi fatti al suo collega e amico, “Io e Lillo eravamo in viaggio in aereo, quando vidi che una delle hostess di volo alla domanda di una collega- Hai visto chi sono quei due?- rispose che non ne aveva idea, pensai di cavalcare il momento mettendo in mezzo Lillo. Gli dissi che l’hostess che sulla targhetta aveva il nome di Marta avrebbe voluto un suo autografo. Lillo si presentò alla ragazza facendole omaggio di una sua foto autografata, ma si rese conto di non riscuotere alcuna attenzione e di risultare persino inopportuno”. Un evento ricco come quello di Musicultura ci lascia ogni anno storie da raccontare, momenti suggestivi che vanno a sedimentarsi nel bagaglio dei ricordi di ognuno di noi.