Antica Pasqua

di Franca Petracci

 

Con i ramoscelli freschi d’ulivo

e la casa tutta linda

entravamo nei giorni della Pasqua.

La stagione era nuova,

nuovo il vestito dei campi,

e nuovo quello cucito per noi,

per la Domenica.

Settimana di festa, non di passione,

perché negli orti i peschi erano rosa,

e ogni cosa luceva.

La visita ai Sepolcri

sugli altari minori delle chiese

era un lieto vagar fra prati in fiore.

Alla sera, fino a quando si abbuia,

la processione per le antiche strade

col suo scenario funebre, sonoro,

si faceva teatro,

e ci stregava il cuore.

Quello era il tempo in cui,

anticipando l’Evento

le campane si scioglievano il sabato.

Allo scoccar del mezzogiorno

eccitati dall’euforia delle madri

ci tuffavamo nello scampanio

con una fantasia di capriole

sui materassi o sull’erba.

Poco capivamo del Cristo Risorto.

Non sapevamo ancora

che a casa nostra si muore.

 

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