Tratte da “Dicerie popolari marchigiane”
di Claudio Principi
Elezioni 1920
Un liberalone, naturalmente proprietario terriero, manifestava la sua preoccupazione per il voto ai contadini e un prete lo rassicurò subito dicendo: “Lu contadì’ nasce ‘gnorande e mmòre pècora!” (Il contadino nasce ignorante e muore pecora).
Elezioni 1948
Raschjato’ incontra un vicinato e gli fa: “Comm’adè che cci-hai ll’occhji ssuscì ‘rrosciati ‘sta matina?” (Com’è che hai gli occhi così arrossati questa mattina?). Risponde l’altro: “Sarrà statu lu véndu!” (Sarà stato il vento!). – “E cche véndu adè? – domanda Raschjato’ allarmato – Che vène da la Rùssia?” (E che vento è, che viene dalla Russia?). Era la medesima epoca, quella, che se a qualcuno fosse scappato detto, per un qualsiasi motivo (nella formazione delle coppie al gioco delle carte o delle bocce, nell’assegnazione di posti di lavoro ecc.) “Tu sci lu combagnu mia, oppure, scimo combagni” (Tu sei il mio compagno, oppure, siamo compagni), si rispondeva scherzando: “Amici sèmbre, combagni mai!” (Amici sempre, compagni mai!). Si faceva, in sostanza, dell’anticomunismo faceto.
Elezioni 1953
A voler dar conto di tutte le battute curiose che riguardano la politica, quelle che appartengono alle classi subalterne, ci sarebbe da dar corpo a un intero quadro, per cui bisogna accontentarsi di qualche schizzo orientativo. A un socialista, che molto sperava sullo scontento dei contadini per ottenere un lusinghiero successo del proprio partito, un fattore pronosticò: “Non te stà’ a ccréde’: la pulènda non ha arzato mai cosa!” (Non ti stare a credere – non farti illusioni – la polenta non ha mai alzato nulla – non ha mai dato la forza per sollevare qualcosa).
Un blasone per Macerata
Questo è un antico blasone che mandava in bestia i maceratesi:
Macerata che cci-ha? Dillo pure:
lu sandu patro’ assassinu,
la Misiricòrdia stretta,
lu manicomiu granne
e le ‘Erghjene fòri le mure!