“Stenografia naturale”

Una mostra di Paolo Castelli

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Una recente mostra tenutasi alla Galleria Terraferma Arte di Macerata ci dà occasione per parlare di Paolo Castelli, architetto ben noto e osservatore attento della nostra realtà regionale, fondatore nel 1973 dello studio professionale “Gruppo Marche”, la cui attività ha caratterizzato molta parte dell’architettura contemporanea marchigiana, e continua a farlo ancor oggi. Particolarmente sensibile ai problemi della salvaguardia della natura, Castelli fondò negli anni ‘50 una delle prime sezioni di “Italia Nostra” ricoprendo la carica di Presidente regionale. Innumerevoli le sue realizzazioni in architettura, nelle quali sono espressi con coerenza alcuni principi fondanti del suo metodo: la compenetrazione di spazi dall’interno all’esterno dell’edificio con disposizione di fasce aperte al posto dei soliti “buchi” delle finestre; la ricerca di una razionalità che tiene conto dell’uso e di “ragioni” sia estetiche che funzionali del manufatto edile con l’esclusione di decori e strutture fittizie, prese in prestito da un passato ormai anacronistico; l’uso di materiali non estranei per provenienza e caratteristiche al luogo di realizzazione; infine la necessità di progettare e sperimentare attraverso l’utilizzo primario del disegno. Non è improbabile che proprio la pratica dello “schizzo” e la consapevolezza della utilità di una manualità disegnativa, oltre all’interesse naturalistico, abbiano avvicinato Castelli all’arte figurativa e all’esercizio della pittura individuando anche in essa la possibilità di sperimentare con analogia di caratteri. Molteplici le sue mostre in campo regionale e nazionale, quasi tutte incentrate sul paesaggio. “Paolo Castelli dipinge sempre dal vero”: è questa l’etichetta che egli d’abitudine pone a premessa delle sue mostre, per avvertire appunto che nella sua visione l’intento realistico s’impone su ogni altro. È tuttavia interessante rilevare, come nella recente “personale”, curata e presentata in catalogo dal prof. Roberto Cresti, egli abbia cercato la natura dove essa risulta più allusiva e astratta, quasi smaterializzata e trasfigurata dalla luce. Come in architettura lo studio del colore ambientale e la “praticabilità” dello spazio risultano essere esigenze fondanti della sua ricerca. Ancora una volta protagonista della sua pittura è risultato il paesaggio e in particolare il paesaggio marchigiano di cui Castelli può considerarsi autentico cantore.

Lucio Del Gobbo

 

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