Roberto Scocco, il ricordo

di Eno Santecchia

 

roberto-scoccoMi sembra ancora di rivederlo con i capelli biondi a caschetto seduto sul banco della scuola elementare “Castelfidardo” di via Morbiducci a Macerata, Roberto era un pubblicitario, un editore, un tecnico in archeologia: un dinamico creativo immerso nell’arte e nella cultura, sempre disponibile. Il dr Fabio Lambertucci, già sindaco di Caldarola, ce ne parla.

 

Come ha conosciuto Roberto Scocco?

“Non conoscevo Roberto, lo conobbi in occasione della prima delle tre grandi mostre realizzate a Caldarola e precisamente: “Simone De Magistris – Un pittore visionario tra Lotto e El Greco”. Presentò la sua azienda, il suo curriculum e la disponibilità a partecipare a una eventuale gara pubblica per promuovere l’evento”.

 

Come si convinse a venire a Caldarola?

“Si aggiudicò la gara che facemmo per la Promozione, la Biglietteria e l’Accoglienza. Pertanto, da ciò inizio una stretta collaborazione per promuovere l’evento, che poi si è protratto negli anni”.

 

Quale è stato il suo contributo alle mostre caldarolesi?

“Il suo contributo fu grande. Fin da subito si dimostrò una persona dinamica, con tante idee e tanta voglia di lavorare. La mostra su Simone De Magistris ebbe un risultato al di sopra di ogni aspettativa. I visitatori se non ricordo male raggiunsero i 50.000. Nel frattempo, proprio per la sua dinamicità riuscì anche a ottenere la gestione, dalla famiglia Pallotta, dell’omonimo Castello. La sua passione per l’arte e per la bellezza dei nostri luoghi lo portava a fare una promozione sfrenata nella convinzione che anche in un piccolo paese si può fare turismo e attrarre l’attenzione dei visitatori”.

 

Come riusciva a conciliare tutte quelle attività e interessi?

“Con la sua passione per il lavoro. Instancabile, lavorava giorno e notte. I tanti totem con su immagini delle Mostre e del bellissimo Castello Pallotta le incontravi dappertutto: dall’aeroporto di Falconara, alle tante spiagge della costa marchigiana, dai luoghi d’arte ai tanti musei che caratterizzano la nostra terra. Per molto tempo in tutte le edicole dei giornali si trovavano foto e notizie che promuovevano Caldarola”.

 

Cosa ha fatto per Caldarola?

“Per Caldarola ha fatto moltissimo, il suo lavoro e i risultati ottenuti per diversi anni sono stati sotto gli occhi di tutti. Una promozione incredibile di concerto con le Istituzioni, che ha fatto conoscere il nostro piccolo centro a forse più di duecentomila persone. Da qualche anno aveva aperto il ristorante del castello, facendolo conoscere anche attraverso la trasmissione “La prova del cuoco” della Rai”.

 

Ci illustri la sua figura.

“Roberto era caratterizzato dalla sua grande generosità, era leale con tutti e inoltre aveva una grande dote: l’altruismo. Infatti, non pensava mai al suo tornaconto personale, l’importante per lui era fare qualsiasi iniziativa che rappresentasse il miglioramento della promozione e dell’accoglienza. Basti pensare che aveva acquistato diverse audioguide con testi tradotti in più di 10 lingue, per garantire un servizio culturale anche ai tanti stranieri che ci sono venuti a visitare. Proprio per questo aspetto, le Istituzioni avrebbero dovuto seguirlo di più, premiandolo per il tanto lavoro svolto, non solo a Caldarola, ma in tanti paesi come Sarnano, Visso, Castelraimondo con il castello di Lanciano e per l’intera Provincia. Altra sua qualità era la passione per i bambini e l’entusiasmo nel proporre laboratori didattici alle numerose scolaresche che hanno visitato il Castello, oltre che per i suoi figli che ha sempre seguito con tanto amore. Una perdita grandissima, che già oggi, a solo un mese dalla sua scomparsa, possiamo notare con porte e portoni chiusi. Ma, oltre alla perdita dell’imprenditore, quello che più duole è la perdita di un caro amico. Grazie Roberto!”

Roberto ha fatto molto per la valorizzazione culturale e turistica del Maceratese e delle Province vicine: non può essere dimenticato.

 

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