Kramer contro Kramer al Teatro Rossini

Protagonisti: Daniele Pecci e Federica Di Martino

 

daniele-pecciTimido, sobrio e naturalmente elegante lui; dolce e con vero aplomb d’artista engagé lei. E’ la prima impressione che abbiamo di Daniele Pecci e Federica Di Martino durante l’intervista. Sul palco portano un po’ di se stessi nei panni di Ted e Joanna; ciò li rende indiscutibilmente veri e assai vicini al pubblico, che si emoziona, ride e si commuove. Nulla togliendo alla bella prova cinematografica della Streep e Hoffman in un film meritevole di 5 Oscar, ma i coniugi Kramer in prosa non ci inducono al paragone con i protagonisti del grande schermo perché sono molto bravi e danno unicità ai loro personaggi, senza esserne i cloni. Abbiamo letto che Daniele Pecci di solito, non ama gli adattamenti teatrali dal cinema. “Di norma, la sceneggiatura teatrale richiede una stesura più lunga, complessa e articolata rispetto a quella cinematografica. Kramer contro Kramer, essendo tratto direttamente dal romanzo di Avery Corman e non dal film, contiene ingredienti che vanno bene per il teatro ed elementi emotivi fondamentali per la messa in scena”.

 

Le pellicole del grande schermo cercano di assomigliare sempre più alle messe in scena teatrali. Basti pensare a film recenti come “Magnifica presenza” di Ozpetek o “Una famiglia perfetta” di Paolo Genovese; lei cosa farebbe di teatrale al cinema? -“Tutto quello che si fa a teatro – risponde Daniele Pecci – va bene per il cinema. Il teatro non è mai una risposta, ma una proposta. Non amo particolarmente il teatro di denuncia ma il repertorio classico ed è questo che porterei al cinema”.

Classici a parte, abbiamo apprezzato molto la sua performance comica nel film “Mine vaganti” di Ozpetek dove lei è bravissimo. “In effetti, è un aspetto che ho scoperto in me col tempo. All’inizio della carriera, mi offrivano sempre ruoli seriosi e impegnati sia per il mio aspetto sia perché venivo da esperienze di teatro classico. La vera frustrazione per un attore è di non riuscire a far ridere; persino l’interprete più drammatico venderebbe la propria madre per sentire il boato di una risata ”.

 

Il film “Kramer contro Kramer” è del ‘79 e porta con sé le lotte sociali di quel periodo storico, come avete attualizzato il testo? “Qui il tempo e lo spazio sono stati volutamente annullati. L’unica contestualizzazione è stata attuata nella scena del tribunale, in modo che lo spettatore riconosca un’aula di un tribunale italiano. Oggi sappiamo più cose sulle patologie che affliggono la psiche delle persone e riusciamo a dargli un nome. Sarebbe stato anacronistico lasciare tutto riferito agli anni ‘70”.

 

Federica, lei ha detto di non aver pensato affatto alla Streep per calarsi nel ruolo di Joanna, ma si è ispirata alle donne che soffrono di depressione post parto.

federica-di-martino“Ho cercato di ricostruire il tessuto emotivo di una madre che soffre, di una donna incastrata in un contesto sociale, terreno fertile per la sua depressione. E’ proprio dietro le famiglie apparentemente così perfette come quella di Joanna che si cela il mostro”.

 

Lei è soprattutto un’attrice di teatro, quali sono i testi in cui le piace cimentarsi? “Prediligo il teatro classico. E’ necessario ritornare alla purezza del classico per essere moderni, ma è anche giusto dare spazio alla drammaturgia contemporanea per trovare nuovi classici”.

 

Ci racconti un aneddoto dei suoi trascorsi a teatro. “Ho bei ricordi dello spettacolo intitolato Igiene dell’assassino di Amélie Nothomb, in cui lavoravo al fianco di un magnifico attore come Eros Pagni. In scena lui era costretto su una sedia a rotelle. Durante la prova gener-le col pubblico presente in sala, la sedia a rotelle si è inceppata e non c’è stato verso di sbloccarla. Il risultato era visibilmente esilarante: Pagni si agitava goffamente sulla carrozzina e io ebbi quasi un’ernia per aver cercato inutilmente di aiutarlo . Lo spettacolo fu interrotto”.

Di “Kramer contro Kramer” nulla si dimentica: la sorprendente interpretazione del piccolo Osvaldo Brigante, la verità delle emozioni della Di Martino, il fascino, la malinconia e la comicità tutti ben equilibrati in un unico personaggio da Daniele Pecci.

Raffaella D’Adderio

 

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