Esperienza di vita quotidiana
Quanto è importante il silenzio? Due giorni senza voce e una mattinata trascorsa in un ambulatorio medico a sentire i discorsi di una ventina di persone in attesa… sì perché a dispetto degli ambulatori aperti 24 ore pensati dai tecnici, la gente continua a far file bibliche ovunque… banche, poste, medici… Senza poter interloquire ho ascoltato i problemi giganteschi che affrontano le famiglie con i malati dentro casa. Pensioni di coppia da mille euro che non bastano a coprire l’assistenza della badante in regola. Gente che non può lasciare un lavoro da 900 euro al mese perché non saprebbe come fare e rinuncia alla vita, costretta a dividersi tra la madre malata di alzheimer e il lavoro; un pensionato piange perché è anziano anche lui ma la moglie con il parkinson sta peggio: con i soldi non arrivano e tagliano il riscaldamento. E ho pensato ai politici dai quali mille volte ho sentito parlare di “famiglia”, agli sprechi, ai Fiorito & soci lombardi..: credo sarebbe bene se gli andasse via la voce e fossero costretti a belle file in coda. Capirebbero che lo spread è il differenziale tra un paese civile e l’inferno in cui vivono le famiglie italiane. Ecco, ieri sono uscita davvero provata dall’ennesima “coda”. Una situazione in cui ascolti le persone che condividono i propri drammi… senza vergogna. Una volta si aveva ritegno a dire “sono povero” vero? Oggi la povertà è talmente vicina a noi che condividiamo, forse finalmente, le paure e le incertezze per avere, almeno, un po’ di vicinanza e di conforto. Faccio la vita di tutti: sto in coda alle poste e sento la gente che paga i bollettini, vado in banca e sento chi va a chiedere tempo o comprensione… vado dal medico e sento le tragedie quotidiane… e mi porto tutto dentro perché, oltre che scrivere, non so cos’altro poter fare. Forse noi giornalisti dovremmo occuparci di più di tutto questo. Invece i titoloni sono per le promesse politiche… mah! che tristezza…
Nicoletta Grifoni