Saluti da Macerata…

Attenti ai piemontesi!

 

 

“Saluti da Macerata, ridente cittadina in provincia di Ascoli Piceno”… purtroppo, quasi sicuramente dovranno essere modificati in tal senso i depliant turistici presenti nelle varie sedi dell’Apt della nostra ex provincia. E’ la “spending review”, bellezza, e anche se ora va di moda chiamarla in inglese, altro non è che un taglio indiscriminato che comporta, in questo caso, la sistematica distruzione di una città, iniziata peraltro da tempo, nella quasi generale indifferenza di chi era preposto ad amministrarla. Basta a tal proposito ricordare la chiusura della Saram, il trasferimento del distretto militare, la cancellazione della sede della Banca d’Italia, la chiusura delle sedi provinciali di Enel, di Telecom di Eni e via dicendo. Fatti dolorosi, forse alla lunga inevitabili ma che non hanno smosso più di tanto chi doveva cercare di evitarli o di ridurli il più possibile, a livello locale e nazionale. Ora, a parte l’impegno un po’ tardivo del Presidente Pettinari, mi domando: “Dove sono e chi sono i nostri eletti in Parlamento? Sarebbe utile conoscere i loro nomi e il loro pensiero in proposito, per regolarci alle prossime elezioni. Comunque brutta fine per una città che – senza risalire al ‘500 quando aveva sotto la sua giurisdizione Ascoli Piceno e in parte Ancona, oltre a numerosi centri piccoli e grandi di queste due province – era stata importante sede di Legazione al tempo del Papa-re, sede del Dipartimento del Musone con Napoleone, e quindi ininterrottamente Provincia con il Regno prima e con la Repubblica poi. Addirittura, nell’aprile del 1982, nel corso di una trasmissione televisiva, alla domanda di quale città poteva sostituire Roma come capitale qualcuno aveva proposto Macerata! Una idea non del tutto paradossale per Enzo Giudici, che in un lungo articolo pubblicato dal Giornale d’Italia si dichiarava d’accordo con la proposta, elencandone i motivi: fra gli altri il fatto di aver trovato nell’Università un ambiente di sogno, dove si poteva lavorare e insegnare come una volta… in un’atmosfera di idillio e di autentica libertà. Così era ieri e lo è ancora oggi. Fu un piemontese, Lorenzo Valerio, 150 anni fa a tagliare i 2/3 dell’Università pontificia riducendola ai minimi termini. C’è ancora un “pedemontano” oggi al Governo e visto il vecchio precedente… è meglio stare in guardia.

Siriano Evangelisti

 

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