Il riciclo è un’arte ma… attento a chi ricicli
E’ da un po’ di tempo ormai che Civitanova ricicla un certo tipo di campionario, scartato dalla bella e selettiva Macerata. E sì che siamo in tempo di crisi e di revisione della spesa (spending review) per l’abbattimento degli sprechi, ma cercare di rilanciare il proprio territorio con gli scarti di altri è una mossa piuttosto temeraria! Ci sentiamo solidali con Civitanova che, in barba ai campanilismi locali, accoglie ex maceratesi reietti dalla Città di Maria. Oltre al gesto tanto generoso, è edificante vedere che questi sfollati abbiano trovato asilo presso la città di mare nei posti più disparati e persino altolocati. La loro presenza aleggia (e non solo) in vari ambienti con la conseguente bella differenziazione di appannaggi. Potremmo quasi chiamarli “esodati con portafoglio”! Gli esodati veri sono rimasti senza stipendio e senza pensione, i nuovi arrivati sono stati silurati da Macerata, presi in prestito da Civitanova a caro prezzo e hanno conservato le pensioni per i servigi svolti tempo addietro. Ma come, nella città “de jo lo porto” non sono più avveduti dei cugini di collina? In effetti per molte cose è così: Civitanova è una città dalla lungimiranza commerciale, nota perché ospita le sedi di brand di indubbia fama e successo (Paciotti, Fornarina…) e in generale per una discreta industria calzaturiera e ittica. Ma ogni colosso ha il suo tallone d’Achille! A Civitanova c’è una stagione teatrale che vanta spettacoli con protagonisti quasi esclusivamente televisivi e ci sono eventi pseudo-culturali che finiscono per essere un omaggio alle grandi sponsorizzazioni: contenitori dal basso profilo, con personalità e tematiche trite e ritrite. E la politica come aiuta? Civitanova non ha conosciuto sorte positiva né con i politici di destra né di sinistra. La nuova coalizione politica avrà tempo per dimostrare se vale, ma intanto ha già fatto qualche scelta discutibile. Tra le nuove file politiche sbuca qualche tardone incartapecorito cacciato a calci dai palazzi maceratesi. I civitanovesi sono adirati per gli autovelox installati alla “velox-ità” della luce nel centro abitato e causa di multe salate e frequenti a loro carico. Arrabbiati anche perché la raccolta dei rifiuti, nel periodo estivo, ha dei ritardi notevoli e perché le zone cosiddette residenziali sono diventate aree di disturbo della quiete pubblica e privata. Tutto questo in un paio di mesi? Per quanto concerne i primi due elementi sì, per la mancanza di quiete ovviamente le cause vanno cercate molto lontano. Dove? Alla base delle origini culturali di un paese, che non può certo recuperare un debito formativo nel giro di poco tempo. E dire che almeno Civitanova controbatteva a tale polemica rivendicando un’atmosfera godereccia e festaiola, ma già da anni ha perduto anche l’appeal della città per la movida. A poco valgono gli sforzi per un rilancio culturale in tempi stretti! La storia di un paese si costruisce in secoli si battaglie, sacrifici, conquiste e non provando ad alzare il tiro con l’acquisto di qualche vestito d’alta moda, fallato e demodé.
Raffaella D’Adderio