Un progetto vero nasce da complesse analisi
Mi sorprende l’enfasi di certa stampa nel salutare la proposta presentata dai proprietari di un lembo di terra sotto Rampa Zara, che con informatica maestria hanno mostrato una foto con una strada piena di auto parcheggiate a ridosso di un muro, elevandola un po’ pretenziosamente a progetto. In una società come la nostra, dove chiunque si erge a innovatore e a specialista di qualcosa, è bene ricordare i contenuti di un vero progetto architettonico.
Come si sviluppa un progetto per essere tale
Prima le idee, possibilmente originali e non scopiazzate; l’analisi del contesto urbano e storico, la valorizzazione dei luoghi, la funzionalità e l’inserimento dell’opera nel contesto ambientale, la condivisione e il rispetto per un tema dibattuto da almeno trent’anni e, non ultima, la soluzione al problema di rendere di nuovo funzionale il nostro centro storico e l’intera città di Macerata, che resa ancor più “vegeta et orba” da anni di non scelte politiche, deve imboccare la strada della qualità e della risonanza delle sue infrastrutture urbane, come uniche modalità per ricollocare Macerata a protagonista del proprio territorio.
Non serve un’opera insignificante
Certa stampa populistica e del tanto per fare, favorirà per l’ennesima volta opere urbane insignificanti, speculatorie e di basso profilo. I veri progetti ci sono, le idee vere e originali pure, mancano solo i protagonisti: politici in primis e anche il risveglio di certi ceti sociali silenti per anni, coperti e allineati ai piccoli potentati locali, che hanno privato la città della necessaria riflessione, indispensabile momento di confronto e dialogo per un capoluogo, capace di attrarre e non respingere i commerci, i capitali e le genti. Rampa Zara, e soprattutto la vecchia Fonte Maggiore, dovranno costituire un nuovo e moderno approdo alla città antica, con un progetto degno di questo nome, che dovrà sistemare definitivamente una zona con importanti presenze storiche, restituendola alla città e ai suoi abitanti dopo sei secoli d’inopinato abbandono.
Uno sterro non è la presentazione di una città
Fonte Maggiore potrebbe diventare la sala d’aspetto e l’anteprima alle bellezze storiche e artistiche di Macerata. Serve ben altro che uno sterro per far posto alle auto. Una soluzione che poteva essere buona per gli anni ‘60-’70 ma oggi che il declino dell’intera città di Macerata è avvenuto e sotto gli occhi di tutti, questa ipotesi mi sembra sinceramente improvvida e riduttiva. Abbiamo bisogno di ben altro. Se le attuali classi dirigenti non sono in grado di gestire una tale urgenza e di trovare rapidamente soluzioni in grado di dare una speranza concreta ai Maceratesi e ai loro figli migranti, si facciano da parte.
“Da piazza grande a Fonte Maggiore”
Nel 2003 resi pubblico un mio progetto architettonico intitolato “da piazza grande (piazza Libertà) a Fonte Maggiore” che chiariva i contenuti e gli obiettivi per una innovativa progettazione per il riordino urbano dell’area a valle di viale Leopardi. Era un progetto di rifunzionalizzazione della città Nord, cioè sotto Rampa Zara, che ebbe il sostegno di associazioni di categoria (Confcommercio, Confesercenti, Macerata Futura) e di tanti cittadini. Esso non si limitava a risolvere il problema dei parcheggi ma conteneva molte funzioni, quali il terminal bus a ridosso di Fonte Maggiore, una nuova piazza affacciata sul bel panorama, una nuova strada di collegamento capace di unire la parte Nord della città a quella Sud, l’edificazione di un centro commerciale molto grande a rilancio delle attività del sito storico naturale e un museo per le scienze naturali oltre, naturalmente, alla realizzazione di circa 450 posti auto di cui circa 80 al coperto, collegati con ascensori all’attuale mercato-parcheggio di via Armaroli.
Boicottaggio politico a danno della città
Il progetto fu boicottato dalla Giunta Meschini e dal centro sinistra perché non conforme agli assetti politici del tempo e giudicato politicamente pericoloso perché condiviso dal centro destra e da parti estese del centro sinistra, che avrebbero potuto innescare una crisi di Giunta. Per il bene degli assetti e degli equilibri fu ignorato o diminuito anche da certa stampa nazional popolare che oggi brinda con entusiasmo all’ennesimo piazzale di sosta per auto. Servirà alla città un altro parcheggio a pagamento? Basterà a suscitare interesse o sarà un nuovo costo per la collettività? Il nuovo modello urbano sarà competitivo rispetto ai centri commerciali e nei confronti della costa e dell’hinterland della nostra provincia che in tre decenni ci ha portato via qualche decina di migliaia di abitanti? Dico di no e penso che la mediocrità insita in iniziative come questa non possa dare speranza di vivere nella nostra decadente Macerata.
Guido Strinati