Da LuSi a BelSito, da RoSy Mauro a don Seppia
Per le scienze esoteriche la lettera “S” significa lotta, tormento, sfortuna. Non è un caso che alcuni nomi del panorama politico-istituzionale e le definizioni delle loro losche attività contengano questa lettera. Senatores boni viri senatus autem mala bestia, cioè a dire: i singoli individui sono brave persone, è all’interno di una collettività che tirano fuori i loro vizi.
E’ il caso di Luigi Lusi, senatore ed ex tesoriere della Margherita, che avrebbe sottratto indisturbato 33 milioni di euro (dal 2007 al 2011) dalle casse del suo partito: viaggi extra-lusso, 1 milione e 300 mila euro per un super attico a Roma, 30 mila euro per il banchetto delle sue seconde nozze. Che illuso Lusi a pensare di farla franca e che delusi i suoi colleghi che s’erano tanto fidati di lui! Ma si sa: l’occasione fa l’uomo ladro! Una stangata ai danni del partito, lo spreco di soldi pubblici, lo scandalo per il ruolo istituzionale svolto. Al “cherubino” Lusi sono stati contestati i seguenti reati: appropriazione indebita pluriaggravata, associazione per delinquere, riciclaggio, violazione di norme fiscali, intestazione fittizia di beni. Fondamentalmente è andata così: l’ex tesoriere s’è fatto prendere la mano dal gioco della margherita “m’ama non m’ama” e spiluccando un petalo dopo l’altro in attesa dell’esito finale, ha strappato tutta la corolla alla sua Margherita.
Roma ladrona… lumbard non cojona
Da un ex tesoriere all’altro, ecco Belsito della Lega Nord indagato per appropriazione indebita, truffa ai danni dello Stato, riciclaggio. Il nome è tutto un dire: secondo uno slang, dire a una donna che ha “un bel sito” è un apprezzamento per il suo fondoschiena (Verdone nel “Gallo cedrone”). C’è da aggiungere che, il poco onorevole ex della Lega, abbia avuto proprio un “bel sito”, finché non è stato scoperto. Diverso l’impiego delle risorse trafugate pur sempre da denaro pubblico (rimborsi elettorali), presso la sede del Carroccio: compravendita di diplomi vari per colleghi e amici e spese per auto costose e altro a favore della “Big Family” del Senatur. Sì lui, il re della Padania, che urlava “Roma ladrona!”. Ironia della sorte, ora sono i Carabinieri del NOE di Roma a indagare tra i panni sporchi della Lega! Non è tutto: va ancora chiarita la posizione di Belsito per l’ipotesi di un suo legame con la ‘ndragheta.
L’ex tesoriere è ben accompagnato; parte dei fondi pubblici del partito hanno finanziato vacanze e cene all’ex esponente della Lega Rosy Mauro, definita la “badante del Bossi senior”.
La signora nulla s’è fatta mancare! Per sé, un diploma di maturità e una laurea. Per il presunto amante Pierangelo Moscagiuro, ex poliziotto ed ex bodyguard del senatur, un contratto da segretario particolare alla Vice-presidenza del Senato, diploma e laurea in Svizzera, una casa (pagata con un finanziamento della BNL di Palazzo Madama), una spinta alla sua carriera di cantautore. Il Pier Mosca (nome d’arte) in omaggio a tanta fortuna arrivata d’improvviso, ha inciso una canzone di successo dal titolo “Cooly Noody” (si vedano gli stacchetti a Striscia la Notizia).
Nel calderone anche la laurea in economia aziendale, conseguita dal “trota” Renzo Bossi a Tirana (Albania). Bossi le petit ha preso le distanze da tale accusa perché non vera. Povero trota! Ce l’hanno tutti con lui: prima perché ha preso il diploma a 21 anni, poi perché ha conseguito la laurea a 22 (solo un anno dopo!). Forse il Bossi junior ha preso una botta in testa da non ricordare più nulla e rimanere sfasato per anni. Come al protagonista del film “Uomo d’acqua dolce” (trota: pesce d’acqua dolce) interpretato dall’attore Antonio Albanese (cognome profetico per il trota). Ora tutto torna.
A toccare il fondo del lago ci ha pensato, però, don Riccardo Seppia. Dietro un’immagine incorruttibile, il parroco di Sestri Ponente celava un’ossessione per i ragazzini in erba, cui prometteva droga e soldi in cambio di favori sessuali. Scandalose le intercettazioni, in cui il pretuccio chiedeva al suo pusher africano di procurargli bambini sempre più piccoli (“…trovamene uno di 10 anni”) e in cui proponeva di abusarne insieme. Don Seppia, simboli satanici tatuati sulla schiena, era un assiduo frequentatore di un locale gay di Milano e spendeva 300 euro al giorno di cocaina. Nove anni e mezzo la condanna per pedofilia, tentata violenza sessuale, induzione alla prostituzione mino-rile e cessione di droga. Gli calza a pennello la descrizione da manuale della seppia (meno animale di lui e pietanza prelibata): la seppia è un invertebrato dalla forma ovale, dotato di una pinna che agita per muoversi nell’ambiente. Presenta dieci zampe, di cui otto tentacoli e due lunghe appendici con ventose denticolate. Questo animale ha, nascosti nelle sacche, tentacoli che lancia per catturare le prede e dispone della capacità di cambiare colore per incantarle.
Raffaella D’Adderio