La storia di Macerata a piccole dosi, settima puntata

Liberamente tratta da “Storia di Macerata”,

origini e vicende politiche di Adversi, Cecchi, Paci

 

lornano

L’intricatissima vicenda del Castello di Lornano

 

Quei prepotenti dei maceratesi 

Tra la fine del 1247 e l’inizio del 1248 si svolse la battaglia in due tempi a Osimo e Civitanova tra i ghibellini e i guelfi. I primi (saraceni, maceratesi, jesini, senigalliesi, matelicesi e osimani) sconfissero i secondi (anconitani, camerinesi e recanatesi) e il vescovo Marcellino che comandava le truppe papali fu catturato e ucciso. Macerata tentò allora di ampliarsi a sud-ovest, agendo con la forza e la furberia. Nel 1248, insieme con i tedeschi e i saraceni, assalì il guelfo castello di Lornano e lo distrusse, prendendo prigionieri Grimaldesco, Bagliano e gli altri castellani.

 

Il castello di Lornano all’asta

Il 3 luglio del 1249 costoro furono condotti dinanzi a Vinciguerra, giudice imperiale. Con la scusa di tutelare i diritti dei minori si voleva dare forma giuridica a una prepotenza. Si fece un “regolare” bando d’asta per la vendita del castello e l’unico partecipante fu il Comune di Macerata che il 20 luglio sborsò ai “venditori” 11mila libbre ravennati. Nella vendita erano compresi anche gli uomini e le donne che abitavano nel castello; questi furono indotti ad abitare a Macerata.

 

La furbata

Gli amministratori maceratesi, intuendo che la parte imperiale era in declino, stendendo l’atto di vendita del castello di Lornano ne fecero due… “originali”: uno con la datazione del regno di Federico, l’altro con la data del pontificato di Innocenzo IV. Poi, per assicurarsi più stabilmente il possesso di Lornano, inviarono ambasciatori a Federico II per ottenere la conferma del decreto di Re Enzo, che l’imperatore, con altro decreto, confermò (Melfi, agosto 1249).

 

Il voltafaccia

A settembre dello stesso anno i maceratesi passarono dalla parte guelfa, accogliendo il Legato cardinale Pietro Capocci e ponendogli delle condizioni. Infatti costui confermò tutti i possedimenti, specialmente la tenuta che era del castello di Lornano.

 

La vendetta dei Lornano

Successivamente, purtroppo per Macerata, Innocenzo IV concesse ai signori di Lornano di ricostruire il loro castello, decretò che i lornanesi, ex abitanti del castrum, non potessero essere trattenuti dai maceratesi, condannò al risarcimento Bentivoglio e Buongiovanni, figli di Ruggero che avevano avuto parte attiva nella distruzione del castello. A questo punto, nel 1252, i Lornano presero a catturare i cittadini e a danneggiare i beni di Macerata per cui il Comune se ne lamentò con il Papa che ingiunse a Gualtiero d’Avezzano, arcidiacono di Luni, rettore della Marca, di rendere giustizia ai maceratesi. Per il momento la vertenza fu sopita, i guelfi avevano da preoccuparsi di avvenimenti ben più gravi e pericolosi perché la parte ghibellina stava ancora una volta risorgendo.

 

Guelfi, ghibellini, di nuovo guelfi

Macerata guelfa partecipò alla vittoria che l’esercito di Pandolfo dell’Anguillara conseguì sugli imperiali. A Innocenzo IV succedette Alessandro IV che chiese soldati ai maceratesi mentre i rettori della Marca malgovernavano. Contro il governo papale insorsero signori e città, tra cui Macerata, che passarono ai ghibellini ma subirono la sconfitta. I maceratesi ritornarono a essere guelfi dopo aver fatto un accordo per cui erano assolti dalle colpe e mantenevano i privilegi già goduti.

 

Riecco il castello di Lornano

I papalini non tennero fede all’impegno preso (1256) e tassarono con 500 libbre ravennati i maceratesi come rimborso per i danni arrecati da questi ad Ascoli, Montolmo, Tolentino e Ripatransone. In più i signori di Lornano ottennero che Macerata provvedesse alla ricostruzione del loro Castello. I maceratesi, indignati, ripassarono ai ghibellini, furono assediati e sconfitti. Il Papa, il 5 ottobre 1258, confermò il privilegio concesso ai Lornano di riedificare il loro castello.

 

Finisce l’annosa questione

Un mese dopo entrava nella Marca il vicario imperiale Percivalle Doria, Macerata cambiò ancora passando dalla parte ghibellina e avendo così conferma da Manfredi dei vecchi privilegi concessi da Re Enzo e da Federico II. Si risolse in questo modo, e definitivamente, la ormai annosa questione del castello di Lornano. Il 6 luglio 1262 il Comune dava procura per ricevere quietanza da Grimaldesco di Rinaldo, da Paoluccio del fu Corrado e da Rinaldo di Novello del prezzo di metà del castello, con il patto che i materiali di risulta della demolizione della torre presso Lornano sarebbero stati portati a Macerata a cura del Comune, per edificare case per loro. E ancora Giacomo, Alberto e Carbone, figli di Uffriduccio di Alberto da Lornano, dovevano avere 3mila libbre e due molini, nonché due podesterie per i membri della famiglia. Con successivi atti di pagamento Macerata si rese proprietaria di tutto il castello e dei castelli di Col Margano e Coregliano, che furono distrutti insieme con il castello di Lornano. Macerata si era così estesa verso Monte Milone.

continua

 

 

 

 

 

 

 

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