Ovvero: i ricordi di Alvaro, II puntata
In quegli anni lontani, prima metà del ‘900, non c’erano gli spartiti musicali per le canzoni proposte dai complessi, al massimo si trovava uno spartito per fisarmonica, per cui i nostri amici dell’Original Quintet si erano specializzati nell’arte dell’arrangio. Un arrangio eseguito con intelligenza. Infatti, muniti di un registratore a nastro Grundig, aspettavano che la radio trasmettesse le novità discografiche in un programma della durata di 15 minuti, per registrarle. Poi arrivava il lavoro per tutti i componenti del gruppo: ognuno ricavava dalla registrazione la partitura per il suo strumento. Le prove venivano fatte dentro la falegnameria di Filò e un pezzo come “Il cielo in una stanza” per la sera era già bello e confezionato! E bravi! alla scarsità dei mezzi supplivano con volontà e capacità e, così facendo, avevano messo in piedi un repertorio di oltre 400 pezzi. Naturalmente non mancano gli aneddoti. Ricorda Alvaro De Angelis che un loro amico stava ballando troppo “stretto” alla sua ragazza per cui dal microfono partì un avviso: “La direzione avverte che in sala è severamente vietato lo strangolamento!” E il loro amico mollò subito la presa. A una “Festa di primavera degli studenti” (lungo la Pace si facevano le corse co’ le carìole) l’Original Quintet avrebbe dovuto esibirsi con la cantante Brunetta che aveva un suo repertorio personale ma era arrivata senza spartiti: terribile situazione! In un pomeriggio riuscirono ad arrangiare 7 motivi e Brunetta, per tutta la serata, cantò solo quei 7 pezzi, ruotandoli in continuo. Per quanto riguarda il cachet dopo 15 giorni ancora non si vedeva una lira finché per caso all’università incontrarono il professore responsabile che li fece subito pagare, anzi li impegnò per il suo matrimonio al Passetto di Ancona. Qui pagò, subito, il padre della sposa tirando fuori dalle tasche un rotolo di banconote da 10mila lire. Uno del gruppo se ne uscì con questa battuta: “Ahò, che ce paghi co’ la carta igienica!?” Evidentemente era l’unica cosa che finora aveva visto a rotoli! Alvaro ci racconta anche due episodi accaduti a Sarnano. Il primo ha per colpevole un forte temporale che impedì loro di arrivare all’orario stabilito bensì con un’ora di ritardo per cui la gente, che se ne stava andando, fu richiamata come la incontravano strada facendo. Il secondo riguarda un contratto estivo (che durò fino al 1971) procurato loro da un funzionario della Prefettura, Pojaghi, quando fu nominato Commissario prefettizio in quel comune. Costui, oltre ad apprezzarli per la bravura, era gratificato dal fatto che l’Original Quintet eseguiva spesso una canzone con il nome di sua moglie, Jaja. A Pollenza, nel 1959, toccò ad Alvaro subire un commento non propriamente favorevole. Quando la tv iniziò i suoi programmi a livello nazionale, organizzò delle trasmissioni a carattere locale e ci fu la partecipazione dell’Original Quintet. Eseguirono “La più bella del mondo” e toccò ad Alvaro cantarla. Passando poco dopo tra la folla il “cantante” sentì un commento da parte di un anziano: “Se la tilivisiò’ adè come quillu che ha cantato, c’è poco da vedé’: io no’ la combro!” Per fasi conoscere nel fermano parteciparono a un concorso al Teatro dell’Aquila di Fermo e mentre stavano preparando gli strumenti si avvicinò loro un sacerdote dicendo: “Voi siete di Osimo? Quelli che devono vincere?” pronta fu la risposta di Alvaro: “Siamo di Macerata e non è detto che dobbiamo perdere!” Si esibirono ma vennero squalificati perché… professionisti! Raggiunsero comunque il loro obiettivo, quello di farsi notare, e da quel giorno suonarono spesso nei migliori locali del fermano.
In foto la “cartolina da visita” del gruppo e Alvaro De Angelis in versione cantante