Franco Grilli, l’edicolante… nel pallone!

Una persona coerente: applica ciò in cui crede

 

Edicola di via Barilatti, Macerata. Il proprietario è Franco Grilli, allenatore del Loreto. Appeso a una parete un poster di Fabrizio De André, su cui spicca la celebre frase “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”. Questa espressione è emblematica della filosofia di vita e di lavoro del coach Grilli, che è giustamente fiero portavoce del calcio sano “di una volta”. Erano i tempi in cui i calciatori venivano dalla strada e, con la fatica, sviluppavano la creatività; i calciatori moderni sono fenomeni da copertina e il loro talento è alla mercè del sistema consumistico.

 

In difesa dei giovani, del talento, dei sentimenti

A Grilli brillano gli occhi quando parla di calcio, s’infervora ma non lo fa puntando il dito, bensì come se facesse un trattato in difesa dei giovani, del talento, dei sentimenti positivi di cui il calcio è sempre stato portatore. Franco Grilli è da sempre nell’ambiente calcistico, dell’edicola si occupa solo dal 1990. Inizia come calciatore, giocando nel ruolo di libero, diventa allenatore per il settore giovanile nel 1981, dal 1984 in poi allena le prime squadre. Oggi, il nostro coach allena il Loreto che è in promozione. “Mister, come va la squadra?”- “Bene nel girone d’andata, ma ora dobbiamo vincere per salvare il campionato”. Grilli non ha la voce sommessa, anzi è ottimista ed entusiasta dei suoi ragazzi. “Bisogna saper dire dei no ai calciatori, insegnare loro la disciplina, aiutarli a coltivare il proprio talento e non soltanto in funzione della vittoria, ma della crescita della propria personalità” dice.

 

Oggi tutti divi dello star system

Ci sottolinea che nel calcio moderno i calciatori sono diventati dei divi dello star system, imbambolati dai facili guadagni e hanno perso di vista lo scopo educativo dello sport. Una domanda al coach: “Qual è il sistema ora vigente nel mondo calcistico che ha portato a tutto ciò?”. La risposta è che, attualmente, nelle società calcistiche vigono regole aziendalistiche che privilegiano l’aspetto economico. Un tempo presidente di una società di calcio era un ex calciatore; ora i dirigenti sono degli imprenditori che provengono da altri settori e si dedicano a tale attività per un fatto di prestigio. Visto che la società ragiona in termini commerciali, si mette in secondo piano l’aspetto umano a vantaggio del perseguimento del risultato finale. La conseguenza è che i calciatori sono messi sotto pressione fino al conseguimento del titolo. Poi rimangono privi di motivazioni dato che il successo li ha già sbattuti in prima pagina, con tutti i vantaggi che ne conseguono.

 

Il procuratore

Dal 1991, c’è la figura del “procuratore” che si occupa della promozione del calciatore. Con l’arrivo di questa sorta di manager, s’è innescato un circolo vizioso in cui i nuovi arrivati vengono inseriti tramite conoscenze, i costi sono alti e dietro uno solo che gioca ce ne sono tanti altri che ci guadagnano. Così anche l’ambiente del calcio, una volta alla portata di tutti, oggi è elitario e chiuso. I calciatori sono tutti omologati, tutti tecnicamente bravi e solo pochi geniali. Il calcio moderno si insegna a tavolino, si obbliga il calciatore al passaggio della palla senza dar spazio a performance individuali e si frena la creatività. Grilli, invece, appartiene a quella schiera di allenatori che indicano la strada giusta per arrivare al risultato, cercando di assecondare le attitudini personali di ciascun giocatore. E’ così che ai suoi ragazzi insegna a diventare bravi sul campo sportivo e uomini nella vita.

Raffaella D’Adderio

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