Ovvero: i ricordi di Alvaro (prima parte)
C’era una volta, a Macerata, un complesso, oggi si direbbe una band: l’Original Quintet. Original perché, rompendo con schemi musicali odorosi di muffa ebbe l’ardire di proporre Elvis Presley, Perez Prado, sound made in Usa e ritmi sud americani, una vera follia per i perbenisti del 1958. Partirono in quattro nel 1958, terminando, nel 1971, in sette. Una storia “gloriosa”, artefice di un cambiamento in una città già sonnecchiante. Un gruppo di amici nel segno della musica che si tolsero di dosso l’ingessatura da “orchestra da camera” (prima di loro gli “orchestrali da ballo” suonavano seduti con lo spartito davanti, eseguendo sempre gli stessi pezzi secondo consuetudini radicate) suonando in piedi, senza spartito, coinvolgendo il pubblico con la loro voglia di nuove musicalità, con la loro energia. Il pubblico recepì e furono tanti applauditi successi!
Nel tempo, i personaggi
Mario Catena (basso), Alvaro de Angelis (chitarra), Giuseppe Gentili “Peppe de Filò” (fisarmonica e vibrafono), Ivo Scarponi (percussioni e batteria), Luciano Gentili (sax e clarino), Alberto Pieri (voce solista), Ruggero Antonelli (piano e tastiere), Iommi Vittorio (batteria), Sandro Tacchi (Chitarra e voce), Aroldo Pier-dominici (Sax alto e clarino), Virgilio Riccitelli (sax tenore e sax alto).
L’esordio
Venne la prima “stagione” estiva, il richiamo del mare fu forte, tanto che, ammassati in sette dentro un Fiat 1400 giunsero a Fontespina per un’audizione; i “giudici” li ascoltarono seduti e poi emisero il loro giudizio: “Il contratto è vostro!” esame superato e si sparse la voce che erano davvero bravi. Per cui vennero chiamati a Pollenza per una festa, pagati poco ma… con tanti manifesti affissi a Macerata a rinforzare la loro notorietà. Quella sera cantò con l’Original Quintet un certo Enrico Sbriccoli (il futuro Jimmy Fontana) che ebbe un compenso di 3.500 lire!
Passion flower in inglese/maceratese
In ottobre c’era la “Festa de le Fosse” e don Armando li chiamò per esibirsi al Lauro Rossi, naturalmente gratis… Ad Alvaro toccò l’onere e l’onore di cantare Passion flower in inglese, lui che non conosceva questo idioma. Andò bene, fu convincente (forse perché in pochi conoscevano bene quella lingua) ma non con tutti. Infatti su di un palco c’era un loro amico che ospitava un conoscente americano… fuori domandò ad Alvaro: “Ma che cantavi? In che lingua?” Questa la risposta: “Me so’ ‘rrangiatu!”
La Cittadina
Per gli Original Quintet fu un bel colpo essere chiamati dalla “Cittadina”, una Associazione prestigiosa, per suonare in una festa di carnevale al salone del Mutilato. Ma non era una serata tutta per loro, anzi avrebbero dovuto solamente fare da riempitivo per la celebre “Orchestra Aloisi”. In pratica l’orchestra, a metà serata, faceva come d’uso una pausa di un’ora e sarebbe toccato ai nostri amici riempire il buco. Alvaro disse: “Ragazzi, qui bisogna dare una scossa!” In antitesi a un’orchestra statica e “ingessata” sia nei modi che nella musica, si scatenarono suonando in piedi, con pezzi sempre diversi (gli altri proponevano immancabilmente il medesimo repertorio), musica nuova, moderna che coinvolse tutti i ballerini. Portarono nel salone del Mutilato un entusiasmo sconosciuto, tanto che avrebbero dovuto suonare per un’ora ma dopo tre ore erano ancora lì..!
F.Pallocchini