Maceratesi nel mondo: Giuseppe Pucci

Usa? “Hard work, always!”

 

pucci…Metti una sera di novembre, quando fuori piove e con pioggia c’è solo la musica in sottofondo. Apro la pagina di Facebook, in alto a sinistra è illuminata la richiesta di amicizia. E’ il mio amico Giuseppe Pucci, che bella sorpresa! Non lo vedo da anni, da quando ha lasciato Macerata per seguire la sua musica.

 

In volo verso gli States

Giuseppe suona la batteria e nel 1989 si è trasferito a Milano per studiare con Enrico Lucchini, che è stato il Maestro di tutti i migliori batteristi d’Italia. Dopo otto anni di vita milanese Giuseppe ha deciso di prendere letteralmente il volo: verso gli States, sulle ali di un Boeing, sulla scia delle sue note. Mi metto subito in contatto con lui (grazie fb e grazie Skype!) e comincio a fargli mille domande, ho tante curiosità, voglio sapere che sta facendo… Mi racconta subito dei suoi primi anni a New York: “Sai, sono arrivato qui con pochi dollari e il mio inglese era veramente molto scarso, ma ero in grado di parlare fluentemente quella magica lingua universale che è la Musica! E così suonavo e “parlavo” con tutti i musicisti nei club di Manhattan. Ora, dopo 14 anni inizio a perdere qualche colpo con l’italiano che non parlo mai se non con mio padre al telefono!”

 

Fluiscono i ricordi

Facciamo un tuffo tra i ricordi, quando lui, Antonio De Luca, Paolo Porfiri e Andrea Cristofori incrociavano bacchette & chitarre in lunghi duelli a suon di note… la sua prima apparizione a Tvrs nel lontano 1982… e mi racconta di Massimo Manzi, mentore, maestro e soprattutto amico, con cui condivide l’amore per la musica. Anche attraverso mezzi di comunicazione un po’ asettici riesco a “sentire” forte la sua passione per la batteria e per gli States… mi piace ascoltare i suoi racconti in cui le frasi in italiano si mescolano a tipiche espressioni yankee. Parliamo di tutto, ma inevitabilmente torniamo a parlare di musica. Mi racconta del Tour Europeo effettuato nel 2000, tre settimane in Germania, Repubblica Ceca e Slovacchia con il gruppo “euro-americano” di Laco Deczi, grandissimo trombettista originario di Bratislava, compagno di cella di Vacla Havel ai tempi della primavera di Praga e residente da quasi trent’anni in Connecticut; di artisti come Arthur Khu e Steve Clarke, di concerti a Dortmund e Bratislava, di fronte a migliaia di persone durante il Festival Internazionale di Jazz.

 

La terra delle opportunità

E poi il suo trasferimento da New York a Miami, con altri musicisti, altre esperienze, ma sempre ritorna nelle sue parole un importante ammonimento: “’America è veramente la terra delle opportunità, ma devi lavorare sodo (o come dice lui “hard work, always!”), studiare e lavorare sodo! L’America mi ha dato, ampiamente, tutto quello che sognavo, e soprattutto la consapevolezza che “nothing is free”: quello che ho ottenuto lo devo soltanto a me, alla mia determinazione e alle mie capacità intellettive e musicali. La ricetta del successo è una sola: duro lavoro!” Ora Giuseppe vive in una bella casa vicino al mare, suona con musicisti incredibili, ha trovato una fidanzata americana, e a volte mi fa veramente invidia quando mi parla della temperatura che lì in Florida è sempre sopra i 20 gradi!

 

Dare sempre il 100% di sestessi

“Tutti i giovani musicisti dovrebbero essere diligenti nello studio e pronti a dare il 100% di loro stessi ogni volta che capita l’occasione. Io, personalmente, non conosco altro sistema che non sia quello di suonare sempre e comunque come se fosse l’ultima volta della mia vita, non importa se di fronte a dieci o diecimila persone ( I have done it done both, by the way!)”. Le sue foto in giro per il web sono sempre illuminate dal suo sorriso e dalla sua grinta di batterista, e mi fa divertire un mondo quando mi racconta che ogni domenica mattina suona con enorme successo nella Good Faith Church a Fort Lauderdale ed è l’unico bianco in mezzo a tante splendide persone di colore!

 

Progetti futuri

Oggi Giuseppe mi ha raccontato dei suoi progetti imminenti: “Sto avendo varie collaborazioni jazz e tanto lavoro con il mio nuovo gruppo funk-soul-R’n’B che si chiama Groovology insieme con Ulysses “Krip” Jackson alla chitarra. E poi un progetto a breve termine che si chiama “Chick sings Sinatra”, una rivisitazione dei brani del grande Frank a opera della cantante Barbara Van. Suoneremo nei migliori club tra Palm Beach e Miami Beach” Altre cose di cui parliamo non le racconto, sono cose tra amici…ma c’è il suo sito:  www.myspace.com/giuseppepucci se volete ascoltarlo: divertitevi, ballate & rallegratevi al ritmo della sua musica!

Lucia De Luca

 

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