tratte da “Dicerie popolari marchigiane”
di Claudio Principi
La “Maglia Rosa”
Anni ‘30, passa il giro d’Italia tra una folla entusiasta e il corridore più ammirato e applaudito è quello con la Maglia Rosa, il primo in classifica. Gìgio de Cirià, giovane muratore, sposa Tèta de Millo, la bella serva di sòr Marino. Gli sposetti, rimasti finalmente soli, si ritirano in camera da letto e non vedono l’ora di coricarsi. Lui comincia a spogliarsi mentre lei indugia e lo guarda curiosa. Tolta la camicia Gìgio indossa, sotto, una maglia di color rosa nuova fiammante. Tèta, allora, ridendo gli fa: “Co’ ‘ssa maglia ròsa, non te crederai d’èsse’ lu primu, no!?” (Con questa maglia rosa non ti crederai di essere il primo, no!?)
Un brindisi villereccio
Durante i banchetti di nozze, quelli pantagruelici delle nostre campagne, le battute piccanti all’indirizzo degli sposi correvano liberamente. Se ne ricordano molte particolarmente salaci. Accadeva anche durante i brindisi che, pur essendo atti di antica e collaudata cortesia, andavano spesso sul greve. Ne sparò uno Casciò, un porchettà, un commerciante di maiali di Montegiorgio. Alzò il bicchiere e, dopo aver ottenuto un po’ di silenzio, rivolto al tavolo in cui sedevano gli sposi con i rispettivi genitori, disse: “Arzo ‘stu vecchjére e dico a la spusetta..: che ppòzza stà’ ccend’anni comm’io staco!” (Alzo questo bicchiere e dico alla sposina..: che possa stare cent’anni come io sto!) Un brindisi non compreso che lasciò tutti di stucco, finché qualcuno chiese a Casciò: “Quissu vrinzu èsso, dico, gnisciù l’ha capitu. Comm’adè che duvrìa sta’ la spusétta, per cend’anni?” (Questo brindisi, dico, nessuno l’ha capito. com’è che dovrebbe stare per cent’anni la sposina?) “Comme io staco – confermò Casciò lu porchettà – co’ lu céllu tra le còsse!” (Come sto io, con l’uccello tra le cosce!).
La devozione per Sant’Antonio Abate, patrono degli animali
Un vecchio vergà’, durante la confessione, cominciò a dire che, qualche volta, gli capitava di bestemmiare, anche se lui, di animo cristiano, cercava sempre di trattenersi dal dire spropositi.
Quando il prete gli chiese chi bestemmiasse il vecchio precisò che, purtroppo, nominava Dio.
Siccome il prete restava in attesa di ulteriori ragguagli il vecchio aggiunse: “Anghj la Madonna, e quella la viastimo più a spisso”.
Il prete lo incoraggiò a vuotare il sacco e quello aggiunse: “Pure Sand’Anna ‘che ‘òta ce va e ménzo!”
Per sollecitarlo il prete chiese: “E a Sand’Andògnu, no, non lo bestemmi?”
Il vecchio contadino a questo punto saltò su e tutto risentito fece: “Oh, dico: per chj me pìji?!”