di Vurrìosapé’ Chicelhamistu
Per tenere pulita la città, confidando anche nella civiltà dei cittadini, il Comune ha sistemato un po’ ovunque (anche se in genere quando li cerchi difficilmente li trovi) questa specie di cestini per accogliere cartacce, bottigliette e quant’altro essi possono contenere.
Ora, nello slargo di via dei Sibillini, dove c’è la chiesa di San Liberato, quella che ospita, unica al mondo, la riproduzione fotografica della Sacra Sindone a grandezza naturale, nonché al suo interno interessanti affreschi di vecchissima memoria, c’è uno di questi “vuzzichini”. Tantu largu lu munnu… tanto spazio c’è lì intorno.. e dove hanno posizionato questo, non propriamente elegante, contenitore?
Ma scì, mittimulu de fiangu a la porta d’ingressu de la chjesa!
Ci si domanda: “Perché proprio lì? Mica è un bar dove la gente acquista caramelle e getta via la carta all’uscita, mica è l’uscita di un cinema dove le persone buttano via il biglietto d’ingresso. No, è l’uscita da un luogo di preghiera e di raccoglimento. Quando un credente esce da qui non ha nulla da buttare via: ha già alleggerito la sua anima lì dentro; fuori, caso mai, la riappesantirà.”
Allora, quale la risposta?
Siamo in tempi duri, di crisi. I Comuni piangono miseria, il patto di stabilità li mortifica. Ecco l’idea brillante: chiediamo la carità! Dove? Ma come dove, all’uscita di una chiesa! “Fate la carità al Comune” e il fedele mette un euro… drendo lu vuzzichinu!