secondo J. P. Sartre
Preferire l’immaginario non è solo preferire alla mediocrità esistente una bellezza, una ricchezza, uno splendore immaginario nonostante la loro natura irreale, ma è anche adottare un modo “immaginario” di sentire e di agire proprio in quanto questo modo è immaginario.
Non si tratta di scegliere questa o quella immagine soltanto, ma di scegliere lo stato immaginario con tutto quello che ne consegue: non si tratta solo di una fuga dal contenuto del reale (povertà, amore deluso, fallimenti delle proprie imprese) ma dalla forma, dal carattere di presenza del reale, dal tipo di risposta che esso esige da noi, dall’adattamento delle nostre azioni all’oggetto, dall’inesauribilità della percezione, dalla sua indipendenza, dal modo stesso che hanno di svilupparsi dei nostri sentimenti.