Per un giorno nessuno è stato solo
Vigilia di Natale presso la “Trattoria da Ezio”, alias Mirella, Giovanni e Marco, ovvero umanità varia con una presenza sempre più forte di persone provenienti da ogni parte del mondo. Una trattoria della bontà (e non parliamo solo di cucina) che è un crocevia di razze e di culture. Un punto d’incontro per sorridersi, per entrare in contatto con l’altro. Praticamente un miracolo nel mondo d’oggi diretto dal dio denaro, un dio che guarda all’apparenza, che mette gli uni contro gli altri, che prevarica ogni cosa. Disumano! Il dio denaro qui oggi non è entrato, è rimasto fuori, al freddo con il resto del mondo. “Mirella & Company” ha preparato 250 pasti scaldati con il cuore, molti da asporto dato lo spazio esiguo dell’intima trattoria, portati via da gente di ogni colore: “Per me 5 porzioni – spiega un africano – ho tre bambini” e donne arabe timorose dinanzi alla macchina fotografica, riservatezza rispettata dal fotoreporter Carlo Gentili.
Testimonianze
Maria, Simeon, Max, Oswaldo e Franco vengono dal Perù: “Siamo in Italia da 2 anni e ci troviamo bene, una grande accoglienza, come oggi: il più bel dono di Natale!” E via tutti a gustare spaghetti con le vongole, risotto alla marinara, brodetto, persico al forno, insalata, patate, ponce, caffè e un pacco dono da portare con sé. Peppe Molini: “Nessun altro fa questo per le persone disagiate, è un momento d’incontro, una situazione umana!” Due donne dell’est europeo, intanto, salutano prima di andarsene, si inchinano a Marco, gli baciano la mano, ringraziano, al che lui, confuso, esclama: “E
che so’ lu Papa!” Pure don Giovanni dice la sua: “E’ bellissimo quando si sta insieme, tra amici anche se non ci si conosce!” Indaffarati tra i tavoli i camerieri: Sandra: “Hai voglia quanto volontariato dovrò ancora fare per sentirmi più buona…”; Gianni: “Faccio un fioretto all’anno e tocca sempre oggi! Gli altri giorni…”; Saverio: “Mi hanno coinvolto Mirella e l’unicità della situazione!” Sì, davvero un giorno unico, irripetibile… che ritorna ogni anno.
F.Pallocchini