di Raffaele Lausdei
Se il Guadagnoli
con dolce stile
cantò di Pisa
il campanile
per la mirabile
architettura
e la difficile
sua positura;
Sarà pur giusto
che vate anch’io
metta a tortura
l’ingegno mio
per decantare
l’antichità
e l’ammirabile
solidità
dell’alta Torre
che sta piantata
nella gran piazza
di Macerata.
Essa di secoli
sfidò il rigore
e del Piceno
forma l’onore
e non inchinasi
né pende in parte
ma dritta innalzasi
con tutta l’arte
che rese celebre
e immortalò
quell’architetto
che disegnò
mole sì vasta
con tanta gloria
da farne oggett
o di patria storia,
ma il ciel mi liberi
di recar danno
al merto insigne
del gran Bonanno
ma l’alta torre
di Macerata
essendo dritta
è più stimata
e dirò sempre
fino alla morte
maledettissime
le cose storte.
Già son salito
sull’alta vetta
del cuppolino
sulla crocetta.
E sulla cima
dell’alta mole
calare e nascere
si vede il sole.
Si scopre il monte,
si vede il mare
ed ivi vedonsi
a passeggiare
per ogni vicolo
tutti i momenti
l’innocentissimi
bravi studenti.
RUCOLANDO 150 ANNI DOPO
E pende molto
a Macerata
di Puccinotti
la passeggiata!
Che poeterebbe
il buon Raffaele
se oggi questa
dovesse vedere?
Direbbe, forse:
“E’ poco stimata
‘ché poco dritta
essa è scappata!”
‘Na cosa è certa:
eran più desti
sicché vivevan
tempi più… onesti!