Poesia anti-pendenza del 1853 La Torre di Macerata

 di Raffaele Lausdei

 

Se il Guadagnoli

con dolce stile

cantò di Pisa

il campanile

 

per la mirabile

architettura

e la difficile

sua positura;

 

Sarà pur giusto

che vate anch’io

metta a tortura

l’ingegno mio

 

per decantare

l’antichità

e l’ammirabile

solidità

 

dell’alta Torre

che sta piantata

nella gran piazza

di Macerata.

 

Essa di secoli

sfidò il rigore

e del Piceno

forma l’onore

 

e non inchinasi

né pende in parte

ma dritta innalzasi

con tutta l’arte

 

che rese celebre

e immortalò

quell’architetto

che disegnò

 

mole sì vasta

con tanta gloria

da farne oggett

o di patria storia,

 

ma il ciel mi liberi

di recar danno

al merto insigne

del gran Bonanno

 

ma l’alta torre

di Macerata

essendo dritta

è più stimata

 

e dirò sempre

fino alla morte

maledettissime

le cose storte.

 

Già son salito

sull’alta vetta

del cuppolino

sulla crocetta.

 

E sulla cima

dell’alta mole

calare e nascere

si vede il sole.

 

Si scopre il monte,

si vede il mare

ed ivi vedonsi

a passeggiare

 

per ogni vicolo

tutti i momenti

l’innocentissimi

bravi studenti.

 

RUCOLANDO 150 ANNI DOPO

 

E pende molto

a Macerata

di Puccinotti

la passeggiata!

 

Che poeterebbe

il buon Raffaele

se oggi questa

dovesse vedere?

 

Direbbe, forse:

“E’ poco stimata

‘ché poco dritta

essa è scappata!”

 

‘Na cosa è certa:

eran più desti

sicché vivevan

tempi più… onesti!

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