Occorre un coordinamento regionale una situazione che va affrontata globalmente
La situazione dello Sferisterio rischia di essere manipolata da chi vede la cultura solo dal suo punto di vista e non riesce a svincolarsi da necessità partitiche e utilitaristiche. Invece la cultura, intesa come strumento di crescita della popolazione, va sottoposta in molte delle sue forme a un coordinamento regionale che non violi le indipendenze locali. Procediamo per esempi. Una Fondazione organizza un evento d’arte? La Regione deve aver pronto circuito che accetti l’evento e lo riproponga. Civitanova produce danza? La Regione deve favorire le repliche in altri teatri. Macerata, Pesaro, Jesi producono lirica? Gli spettacoli vanno proposti in tutta la regione. E così per operetta, teatro, eventi folk o incontri con grandi personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura. Cultura itinerante che economicamente, in questo modo, riesca a sostenere se stessa. Certamente, nello specifico, lo Sferisterio che può proporre solo spettacoli estivi deve creare una scenografia modulare in modo che possa essere adattata a esigenze di spazi minori e, nel caso di teatri con capienze ridotte, ricorrendo a cantanti, cori e orchestre economicamente più sostenibili. Certamente alla base di tutto ci deve essere un corretto utilizzo dei fondi stanziati dagli Enti pubblici, un rispetto assoluto di bilanci preventivi corretti e non inventati per essere regolarmente disattesi. Questa, che dovrebbe essere la parte più semplice (la maggior parte delle aziende e delle associazioni stilano bilanci preventivi che a fine anno risultano rispettati) diventa invece a questo punto la parte più difficile per cui assistiamo a situazioni fallimentari pur in presenza di introiti notevolissimi, di milioni di euro. In presenza di fondi pubblici dovrebbe essere introdotta una norma: chi sfora rifonde di tasca propria! Tutti saranno più attenti. In pratica dobbiamo essere autori, produttori e fruitori dei nostri spettacoli.
F. Pallocchini