Sirio Bellucci: a ritroso

Alla Galleria Mirionima una mostra di prestigio

mostra Sirio Bellucci

La Galleria Mirionima in Piazza della Libertà a Macerata si è divisa in due per ospitare due mostre in apparenza dissimili e antitetiche ma in realtà somiglianti per contenuti e richiami poetici. Titolo: “A ritroso”. Tema di fondo: la rivisitazione di un passato; un esercizio critico di memoria. Come scrive Massimo De Nardo nel biglietto di presentazione: Un ritorno sui luoghi che uno ha attraversato, per accorgersi anche del tempo. È l’azione-concetto che caratterizza sia la mostra di fotografia digitale realizzata dagli allievi dell’Accademia di BB AA di Macerata, che accoglie per prima il visitatore, sia l’esposizione (una sorta di piccola retrospettiva) dedicata al pittore fabrianese Sirio Bellucci, artista assai noto in regione e particolarmente a Macerata, sua patria adottiva per molti anni. Che c’azzecca la fotografia con la pittura direbbe qualcuno? Rispondono gli allievi dell’Accademia presentando assemblaggi digitali ove ritratti fotografici si innestano su dettagli figurativi tratti da opere pittoriche famose, appartenenti a epoche diverse. Un connubio morfologico che vuol essere anche rivisitazione di una storia, quella appunto che ha da sempre legato le due tecniche e privilegiato la figura e l’uomo come soggetti centrali e ineludibili dell’arte di ogni tempo. Bellucci, da parte sua, rivisita la propria storia artistica andando a ritroso nel tempo, presentando opere di vari periodi che dalla figurazione visionaria dell’ultimo risalgono al periodo concettuale vissuto agli esordi della sua attività artistica tra Roma e le Marche. Una pittura, la sua, che ripercorre con assoluta coerenza le emozioni della vita trasformando il ricordo in rito attraverso un’infinita contaminazione ove entrano la poesia e il mito, la reincarnazione di desideri e speranze, l’amore e una riflessione esistenziale che si dipana tra ansie e accorate nostalgie. Immagini in cui i colori sono gli incensi, e i segni, graffiati e incisi con la rabbia del desiderio e del rimpianto, violente giaculatorie, ringraziamenti, esortazioni. Si può essere naif e al tempo stesso raffinatissimo poeta o romanziere? Bellucci è questo, all’insegna di una libertà che la pittura stessa e l’arte, con un’interna certificazione, autorizzano. La mostra, nata da un’idea di Massimo De Nardo e Fernando Pallocchini, ha vissuto un breve periodo suscitando comunque l’attenzione di fini palati. Dal 29 ottobre al 13 novembre.

Lucio Del Gobbo

 

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