Il trionfo della maleducazione

Scampoli di varia umanità

Qual’è il confine tra maleducazione e tolleranza verso la stessa? Oggi, l’esuberanza con cui palesiamo comportamenti irrispettosi non merita tolleranza. L’indulgenza ha senso quando la maleducazione è casuale o non voluta come in caso di distrazioni, azioni maldestre, fretta e a cui seguono puntuali le dovute scuse. Essere tolleranti non ha senso quando la maleducazione è reiterata, sfrontata, esibita con baldanza e aggressività immotivate. Oggi è à la page essere spocchiosi, violenti, volgari, indifferenti alle sofferenze altrui, orgogliosi di scortesi gesta. Ma non è tutto, all’aggressività verbale e a volte fisica si accompagnano una gestualità tipica del linguaggio animale, un abbigliamento kitsch ed effetti sonori sgradevoli. Dalla ricerca effettuata sul campo, ci sembra incredibile come in sole 48 ore abbiamo assistito a un’altissima concentrazione di azioni maleducate. Purtroppo le donne hanno un primato inaspettato; invece di essere le guide materne, dispensatrici di gentilezza e delicatezza (come lo fu Beatrice per Dante), assumono sovente comportamenti molto più sgraziati del sesso forte. Scendiamo nei particolari. (Nb: da ora in poi la lettura è sconsigliata ai deboli di stomaco) Le donne masticano gomme a bocca aperta, digrignando i denti come ruminanti, con un frequente scoppiettio del chewgum provocato trattenendo la gomma pregna di saliva sotto al palato. Direte voi: “Roba da ragazzine!” e invece no, nonostante è alle più giovani che spetti la palma d’oro, le più mature emulano le “colleghe in erba” riuscendo in tal pratica con maggiore mordacia. La location dove ciò accade? Soprattutto a bordo di un treno e in fila negli uffici pubblici. Le lunghe attese agli sportelli provocano ansia, stress e sono, per noi osservatori esterni, il crocevia di soggetti che danno il peggio di sé logorandosi nell’attesa. Abbiamo assistito inermi all’accanirsi di una matura signora sulle sue unghie: ha improvvisato a lungo una “manicure cannibalesca”, mordicchiandosi le unghie ed emettendo un fastidioso rumorino, simile allo sgranocchiare un cibo gustoso. In stazione una giovane fanciulla ridacchiava sguaiatamente della caduta a terra di un uomo colto da malore. Mentre altri si preoccupavano di chiamare soccorso “l’imbecillità in gonnella” scattava foto col cellulare mostrandole fiera alla sua amica. Tana anche per i maschietti! Premurosamente isterici nel dover pulire a tutti i costi i denti dopo aver ingurgitato cibi improbabili durante un viaggio. Primo: perché gli uomini quando si mettono in viaggio hanno un istinto di preservazione grande quanto quello di chi parte per la guerra? Perché abbuffarsi in treno mangiando persino un uovo sodo, accuratamente sbucciato dinanzi a tutti e con un olezzo da fognature a cielo aperto? Secondo: perché, dopo il lauto pasto, i “maschi” si puliscono freneticamente i denti con la lingua, emettendo uno squittìo per tutto il tempo necessario a una pulizia orale degna di un odontoiatra? Alcuni esponenti del sesso forte sono specializzati nello stile comportamentale detto “del pappagallo”: quelli che, per farti un complimento, ti chiamano “Bel mammifero”, quelli ammogliati, lampadati, con le mèches, incartapecoriti, in attesa dell’uscita delle mogli per provarci e per essere di esempio al figlioletto maschio di 5 anni dicendogli: “Quando sarai grande, ti spiegherò perché papà non è andato via con la mamma!”. Concludiamo con un consiglio: ascoltate musica, leggete libri, andate a teatro, dipingete, lavorate ai ferri, fate giardinaggio, fate l’amore. Fate tutto ciò che è creativo, che abbia a che fare con l’arte e la bellezza: vi aiuterà a sentirvi in pace con voi stessi e vi permetterà di vivere in armonia con gli altri. Concedetevi anche il diritto di snobbare chi vi fa dei torti, ma non sfogate le angherie subite sul primo che passa pur di sentirvi capaci di sottomettere qualcuno. Infine, vi lasciamo con un dono, la descrizione di un’icona di cattivo gusto e maleducazione, che vi divertirà ancor più se la leggerete con lo stesso tono con cui Paolo Villaggio descriveva l’equipaggiamento da pesca di “Fantozzi”. Macerata, Inps, ore 21 e 30: donna oltre i sessanta, capelli biondi lunghi e arruffati, pantaloncino di jeans con cintina di stoffa a fiori, fuseaux bianchi, maglietta bianca con buco sulla schiena che lascia intravedere l’elastico di un vecchio reggiseno, zeppa altissima bianca profilata di fiori, praticamente un incrocio tra una drag queen e la nonna di Barbie. La signora arriva trafelata agli uffici del-l’Inps e scavalca una fila di otto persone chiedendo, con finta gentilezza e sicura del suo appeal, di poter passare davanti a tutti quelli prima di lei perché deve correre al lavoro. Ci riesce approfittando del momento di stupore generale. Una domanda da provincialotti: ma in quale luogo di lavoro deve correre una, vestita così, a quell’ età, alle 11,30 del mattino?

Raffaella D’Adderio

 

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