La nostra città nel 1860

Notizie storiche tratte da un lavoro di Aldo Adversi

 

Gli abitanti, le famiglie, le case

Macerata, nel 1860, è “grande” oltre due miglia ed è abitata da 19.632 persone (10.956 in città, 8.676 in campagna) che formano 3.617 famiglie in 2.420 abitazioni. E’ interessante notare che ogni nucleo familiare è composto da più di 5 persone. Nel centro storico ci sono 4 parrocchie: San Giuliano (4.490 anime in 773 famiglie e 366 ca-se), SS. Salvatore e Giovanni (1.496 anime in 350 famiglie e 220 case), San Giorgio (1.466 anime in 343 famiglie e 204 case) e Santa Maria della Porta (1.113 anime in 271 famiglie e 159 case). Nei borghi troviamo due parrocchie: San Michele (1.120 anime in 254 famiglie e 211 case) e San Giovanni Battista (2.206 anime in 456 famiglie in 260 case). In campagna ci sono 5 parrocchie: Santo Stefano (1.417 anime in 248 famiglie in 220 case), Santa Maria del Monte (1.106 anime in 143 famiglie e 143 case), Santa Croce (2.207 anime in 305 famiglie e 250 case), Santa Maria delle Vergini (2.026 anime in 238 famiglie in 235 case) e SS. Crocefisso di Villa Potenza (1.460 anime in 236 famiglie in 163 case).

 

Mercati e banche

In città si tengono due mercati settimanali, il mercoledì e il sabato; ci sono tre fiere importanti: il martedì prima dell’Ascensione, gli ultimi due giorni di agosto e il 3 dicembre. Assai rinomato è il mercato dei bozzoli da seta. Nel 1860 troviamo a Macerata la Cassa di Risparmio, il Monte Ulissi che presta denaro, due Monti frumentari che, riuniti in uno, prestano gratis agli agricoltori oltre 150 rubbia di granaglie e il Monte chiamato Barroccio che ne dispensa altre 500 rubbia con assai tenue elemosina, vale a dire con interessi agevolati.

 

L’attività economica

Ci sono grandi depositi di ferro da esitarne fino a 800mila libbre l’anno, 2 fabbriche di eleganti letti in ferro, una grande fabbrica di cera che ne smercia 50mila libbre l’anno, una fabbrica di fuochi pirotecnici, 2 fabbriche di acquavite, una di birra, 4 di bollette, 3 di maioliche, 3 di saponi, una di pianoforti, 6 fabbriche di carrozze, 3 di accendilumi fosforici, 6 di pasta grossa e altre di confetture, cioccolato, cappelli, tele di lino, tegole e mattoni. E ancora una fonderia di vetro, una fonderia di campane, 6 oreficerie, un’argenteria, 6 armieri, un arrotino, un fabbricante di astucci, 5 banderari e sellari, 5 caldarellari, 4 carrari, 22 falegnami, 10 botteghe di ferrari, 5 forni, 2 fabbricanti di sedie, 3 maniscalchi, 2 secchiari, 2 stagnini, 2 scalpellini, uno stampatore di rami, 10 barbieri, 8 modiste, 6 sarti mercanti, 13 sartrici, un ombrellaio, 3 orologiai, 2 pasticceri, 2 liquoristi, 2 tintorie. Troviamo anche varie concie di pellami, molte bigattiere, 4 tipografie, una filanda con 56 caldaje, 4 profumerie, 27 botteghe di mercanti, una cartoleria, 5 negozi di cereali, 2 fiorare, 2 gioiellieri, 5 librai, 7 botteghe di munizioni da caccia, 14 spacci di sali e tabacchi, 15 calzolerie, 8 caffè, 5 locande, un fondaco di generi di lusso, 8 avvocati, 58 procuratori, 6 notai, 2 dentisti, 10 medici condotti, 14 medici e chirurghi “avventurieri”, 2 flebotomi condotti e 3 “avventurieri”, un veterinario, 4 levatrici, 5 architetti, 9 agrimensori, 8 maestri di musica, 3 pittori, 2 scultori, 4 doratori, 2 intagliatori, 6 ebanisti, 7 pittori da camera, 8 verniciai, 2 sensali, 3 bigliardi, 5 farmacie. A Villa Potenza ci sono 2 mulini a grano (uno con 5 macine, l’altro con 2), un maglio, un mulino a olio, una sega ad acqua e una speziaria.

 

I ricoveri

Le malattie più frequenti sono “reumi, infiammazioni di petto, tisi” e, a Villa Potenza, anche le febbri “terzane”. Vi sono i ricoveri di San Martino per le donne pericolanti e per le convertite, del Buon Pastore (pure per pericolate e pericolanti), un asilo per le fanciulle povere e abbandonate, l’istituto di Santa Dorotea con educandato, la scuola delle Suore di San Giuseppe (con educandato), le scuole notturne, le scuole delle Suore di San Vincenzo de’ Paoli, la compagnia di carità di San Vincenzo de’ Paoli, l’istitu-to di carità di San Girolamo, l’orfanotrofio femminile, la farmacia gratuita Berardi, un ospedale civile e militare, un luogo per i mentecatti e un orfanotrofio maschile. E ancora uffici pubblici, monasteri e conventi, pie unioni e confraternite, società assicurative, commerciali, finanziarie, culturali, ricreative, il teatro e lo sferisterio.

 

Agricoltura

Buone produzioni di grano, mais, foraggi, ortaggi, frutta, oliva; allevamenti di ovini, bovini, suini, pollame; coltivazioni di pioppi, salici, di gelsi (fiorente la sericoltura). I contadini, bravi, si cibato tutto l’anno di formentone.

 

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