Notizie, vere curiose divertenti, tratte da “Dicerie popolari marchigiane”
E’ settembre e sull’aia alcune contadine con lu sgranarolu (punteruolo) stanno sgranando a mano il granturco, arriva ll’oà (l’ovaiolo e pollivendolo) che dice: “Bella ‘ssa pianda de fichi, e quandi ne pòrta! Ne pòrta tandi anghi de quella qualità che ppiace a mme” (bella quelle pianta di fichi, e quanti ne porta! Ne porta tanti anche di quella qualità che piace a me). “E quala sarìa ‘ssa qualità, se quisti è tutti còri?” (E quale sarebbe questa qualità se questi sono tutti fichi cori?). “A mme me piace li fichi fémmena, e ce scommetto che vuatri non sapete dimme quali ‘dè!” (A me piacciono i fichi femmina e scommetto che voi non sapete dirmi quali sono!). Rispose una donna: “‘Ssa qualità nòa starà dréndo la testa tua!” (Questa qualità nuova sta dentro la tua testa). E un’altra: “Tu te ne vai sèmbre in cojonerìr, va là!” (Tu prendi sempre in giro, vai là). Affermò serio l’uomo: “‘Mméce li fichi fémmena isiste, e ccome!” (Invece i fichi femmina esistono e come!). Una delle donne chiese: “E quali sarìa, sicunno te?” (E quali sarebbero secondo te?). Ll’oà, con il dito puntato verso l’albero, scoppiò a ridere e fece: “Guardàtili, lassù! Li fichi fémmena adè quilli più spizzicati da li célli!” (Guardateli, lassù! I fichi femmina sono quelli più beccati dagli uccelli!).
Il nido
Davanti a una candina di Montolmo stanno seduti alcuni clienti di varia età, tutti uomini dediti a ciarle oziose sulle persone che passano per la via. A passi lenti e faticosi passa una donna di mezza età, una popolana in avanzato stato di gravidanza e uno dei bighelloni, indicandola, fa: “Tòh, varda um bo’ se ddo’ è jitu lu céllu a ffà’ lu nidu!” (Guarda un po’ dov’è andato l’uccello a fare il nido!). La donna si ferma, poi rivolta allo spiritosone, dopo essersi portata una mano sotto il pancione, ribatte con grinta: “E’ mejo ècco che ssu lu culu tua!” (E’ meglio qui che …).
Claudio Principi