Irrequieti monumenti maceratesi

Le Opere d’Arte cittadine

Se la vecchia proposta volta a trasferire il busto di Mazzini dai giardinetti di via don Minzoni all’omonima piazza diverrà operativa sarà l’ex busto di Sestilio Rosa (ex in quanto sostituito, dopo il “decollamento”, dalla copia di Sandro Piermarini) il poco invidiabile primato di essere il monumento più vagabondo della città: dopo i due passaggi  in piazza Cesare Battisti e via don Minzoni potrebbe infatti approdare nella ex piazza del Mercato. Una collocazione, quest’ultima, sicuramente non gradita all’esule pensoso: troppo rumore, troppa confusione in quella piazza; inoltre, in  certe nottate una musica assordante che mal si concilia con i delicati suoni della chitarra, strimpellata dal nostro, tra una rivoluzione e l’altra. Ma i viaggi di Mazzini non sono una eccezione in città; i nostri pochi monumenti da sempre non sono stati fermi nella loro  collocazione  originaria: Garibaldi ha lasciato il centro della piazza per occupare  una posizione  più tranquilla, Lauro Rossi dal lato della chiesa di S. Giovanni è stato relegato al retro della ex Casa del Fascio, padre Matteo Ricci ha arrancato faticosamente (dato che  è senza gambe) intorno alla piazzetta Strambi, il geometrico Avis di Virgì si è allontanato dai giardini di circa un chilometro e mezzo, il don Chisciotte di Giuseppe Gentili è rimasto in zona ma un po’ più  a monte, per essere all’altezza di quanti passeggiano per il viale dissestato ed ascoltare i loro discorsi. Da questo irrequieto vagabondare restano fuori e ben fissi (come dovrebbe fare ogni monumento che si rispetti) un pesante attrezzo navale che ha letteralmente gettato l’ancora sul colle di Santa Croce, molto lon-tano dal mare e un’ala di aereo, seminascosta tra gli alberi, dalle parti del Convitto. Le lapidi (e sono tante) non entrano nel girotondo monumentale; resta però la speranza che almeno quella del Lana, dedicata a Vittorio Emanuele II sulla torre di piazza, prenda   prima  o  poi  il volo, anche perché, conosciuti meglio gli eredi, i maceratesi hanno detto: “Indietro Savoia e avanti con i pupi!”. Dell’orologio, ovviamente.  

Siriano Evangelisti

 

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